A chi serve la nuova linea per i telefonini

Photo-social-club-Roma_Testaccio da Moonte-dei-Cocci-Tour_Photo-by_Jared-Chuba. Si intravede la Piramide di Caio Cestio. Nei pressi il vecchio macello e la stazione ostiense.

Con il Decreto del 5 giugno 2019, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 170 del 22 giugno 2019 il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) ha modificato gli stanziamenti necessari per avviare la sperimentazione di tecnologie relative al sistema di reti di 5G ed altre innovazioni, inerenti il «Programma di supporto tecnologie emergenti nell’ambito del 5G» di cui al decreto 26 marzo 2019.

Viale Montegrappa: il taglio degli alberi è in parte "cosa fatta". Ha scatenato la reazione dei cittadini di Testaccio
Viale Montegrappa (Città di Prato):  qui il taglio degli alberi è in parte “cosa fatta”. 

A mio avviso la sperimentazione delle reti a banda ultra larga, qual è la 5G, deve essere preceduto da una profonda meditazione sulla necessità di attuarla sia dal punto di vista del ritorno economico, sia sotto il profilo ecologico che vale soprattutto in temini di “inquinamento elettromagnetico”, come dirò nel prosieguo.

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 Le trasmissioni radio

Ormai l’importanza della comunicazione elettronica; con ripercussioni nelle più varie attività sociali, è sempre più rilevante e pervasiva in quasi tutte le attività umane. Essa è necessaria, fino a doverla accompagnare quasi obbligatoriamente con il cosiddetto “real time”, dichiarazione del tempo nel quale una informazione rimane valida.

In effetti, negli ultimi decenni, l’aumento della capacità di calcolo dei microchip ha consentito la realizzazione di sistemi informatici di elevatissime prestazioni e di notevole affidabilità, rendendo possibile la costruzione di telefoni cellulari sempre più potenti e la realizzazione di applicazioni computerizzate governanti macchinari distanti tra loro.

Ciò ha permesso alle Aziende di distribuire vantaggiosamente sul territorio i reparti delle loro fabbriche, mantenendoli collegati tramite reti “telematiche” di computer interagenti tra loro con programmi automatici, fino a definire le moderne Aziende virtuali, la cui Direzione e i vari opifici annessi possono essere costruiti o  spostati laddove di volta in volta è più conveniente.

La telefonia “cellulare”

I sistemi di comunicazione sono divisibili in tre aree applicative di cui, in ordine di complessità: militari, commerciali e privati (consumer). Ciascuna di esse ha requisiti differenti in temini di prestazioni, affidabilità (security) e riservatezza dei dati (privacy) in funzione dei collegamenti su rame/fibra ottica (telefonia fissa) o via onde elettromagnetiche (in particolare per i cellulari).

Tralasciando per ovvi motivi le reti militari, con l’obiettivo di mantenere una certa economicità di servizio, si tende a unificare le reti commerciali e private. Così si è passati dalle prime reti per cellulari quali la TACS e la GSM operanti su frequenze di circa 450 MHz, alle reti mobili UMTS di Quarta Generazione (4G) nella quale sono impiegate frequenze di circa 2,6 GHz (UHF Ultra High Frequency).

Nel contempo la rete di telefonia fissa è stata aggiornata parzialmente sostituendo i fragili cavi multicoppia in rame con singole fibre ottiche ciascuna delle quali può portare anche 10.000 conversazioni foniche/dati contemporanee!

La capacità di comunicazione delle reti radio è limitata dalla cosiddetta “banda passante”, proprio come nella TV dove dalle prime trasmissioni in VHF (Very High Frequency) con pochi canali si passò alle UHF (Ultra High Frequency) e si ebbero a disposizione decine di canali. Qundi la “banda passante” determina il numero delle comunicazioni contemporanee (o canali televisivi) cui una determinata frequenza radio può trasmettere senza che vi siano interferenze tra un canale e quelli adiacenti.

Per aumentare il numero delle comunicazioni contemporanee in telefonia mobile e visto che la tecnologia dell’epoca non consentiva di realizzare canali di “banda passante” maggiore, si arrivò alla realizzazione di sistemi trasmissivi configuati a “celle virtuali” (quindi la “telefonia cellulare”) dove ogni cella è servita da tre distinte antenne e ciascuna antenna è sintonizzata su un sottocanale differente. Pertanto con un relativamente piccolo numero di canali si è reso possibile servire l’intera rete.

Tutto questo ha comportato un rilevante aumento dell’inquinamento elettromagnetico, specie nelle grandi città… fortunatamente non si hanno notizie di conseguenze patologiche.

Un'altra immagine suggestiva di Testaccio dall'alto. E' il primo municipio di Roma. Insomma "romano de Roma".
Un’altra immagine suggestiva di Testaccio dall’alto. E’ il primo municipio di Roma. Insomma “romano de Roma”.

La nuova rete SHF – 5G

Purtroppo la tecnologia richiama altra tecnologia (né si può pensare di fermare genericamente il progresso, ndr), un po’ come dice un antico proverbio “l’appetito vien mangiando” e attualmente l’industria delle telecomunicazioni sta implementando un’ennesima generazione di sistemi di reti radio basate su frequenze SHF (Super High Frequency) tra 3 e 30 GHz, la cui pericolosità delle radiazioni elettromagnetiche diffuse con architettura “cellulare”, ancora non è del tutto chiara.

Basti pensare che un normale forno a microonde lavora a circa 2,4 GHz e con una potenza di circa 1000 watt è in grado di cucinare una bistecca!

L’industria si sta dando un gran da fare per pubblicizzare i vantaggi di questa nuova rete ma in realtà il cittadino non ne conseguirebbe vantaggi misurabili, a fronte di un pericoloso maggior inquinamento e di un più elevato costo di esercizio.

Inoltre, l’uso del telefono fisso non è stato abbandonato perché certamente più comodo e meno inquinante del cellulare; nel mentre gli stessi cellulari 4G già adesso offrono performance sufficienti al punto tale da far ritenere inutile l’avvento della rete in tecnologia 5G almeno per l’uso “consumer” ordinario.

Non solo ma oltre all’aumento sproporzionato dei costi di installazione della 5G per la quale è necessario cambiare il sistema di antenne, si suppone che almeno per una decina di anni le precedenti reti 3G e 4G rimarrebbero funzionanti in parallelo, con l’ovvio costo di manutenzione duplicato. Poi, occorrerebbe sostituire tutti i cellulari in esercizio perché gli attuali non sono adatti per la banda SHF.

Tutto ciò verrebbe realizzato con materiali e dispositivi acquistati all’estero: infatti – e si sa – i cellulari più diffusi sono prodotti dalla Samsung e dalla Apple con la Huawei ultima arrivata in progress, non avendo in Italia fabbriche concorrenziali.

A questo punto non sembrerebbe conveniente né commercialmente, né ecologicamente che la nazione si avventuri nell’adozione “consumer” della 5G!

  1. Allora, a chi serve la 5G?

Almeno per il momento la 5G non offre servizi più utili di quelli forniti dalla 4G, anche perché le reti radio non sono estremamente performanti essendo soggette a tutte le variabili tipiche di tali trasmissioni radio, specie sulle frequnze più alte, tant’è vero che si dovranno eliminare molti alberi per garantire una uniformità e certezza di collegamento!

Pertanto, a mio avviso, non è assolutamente conveniente adottare questa nuova tecnologia di trasmissione, altrimenti si finirebbe con un enorme e dispendioso rinnovamento delle infrastrutture e la sostituzione dei circa 50 milioni di cellulari attivi in Italia (PRIMA OnLine). A operazione conclusa la spesa complessiva stimata si aggirerebbe tra i 20 e i 30 miliardi se non di più, il cui ritorno utile sarebbe addirittura negativo, senza contare l’enorme impatto ecologico di cui ho accennato!

  1. Un’alternativa consigliata

Però la 5G porterà con sé un’altra tecnologia: il cosiddetto protocollo di comunicazione UMTS potenziato nell’interoperabilità, la cui possibilità di suddividersi in numerosi sottocanali paralleli – consentito dalla maggiore “larghezza di banda” – dà luogo ad una maggiore velocità di trasmissione.

Anche se sconsiglio l’implementazione della tecnologia 5G (devo precisare che il sistema di reti 5G è essenzialmente orientato alla telefonia cellulare e in generale al “whireless”), detto protocollo, se potenziato e se operativo su fibra ottica, sarà utilissimo in ambienti industriali e commerciali; tra l’altro faccio notare che i fornitori di telefonia fissa stanno già provvedendo alla sostituzione dei circuiti in rame con fibra ottica.

In tal caso l’inquinamento elettromagnetico sarebbe quasi ridotto a zero e i costi di implementazione e di esercizio diverrebbero piuttosto convenienti in quanto occorrerebbe cambiare solo i modem ma se proprio si vuole, si potrebbe installare in 5G solo il Wi Fi interno alle aziende, almeno per le sole funzioni IoT e similari (comandi di macchinari e segnali di vario genere trasmessi con protocolli di tipo Internet), in tal caso la potenza e la superficie irradiata verrebbe ridotta all’indispensabile e schermata laddove possibile.

Lorenzo Romano

(Corrispondenza da Roma per Palermoparla)

Nota. Gli alberi dovrebbero essere dichiarati patrimonio dell’umanità: tutti, nessuno escluso. Il taglio selvaggio com quello avvenuto in via Montegrappa dovrebbe aver giustificazioni di eccezionale necessità. Purtroppo, come dimostra l’articolo del bravo L.Romano non è stato così…

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