Antonello messaggero della Sicilia

I cartelloni nella stazione di Milano. La mostra di Antonello contribuisce all’immagine della Sicilia e del suo patrimonio culturale. Se si vuol mettere a partito tutto ciò si dovrà perfezionare la qualità dell’accoglienza e arricchirla di iniziative. Fondamentale scontare il prezzo dei voli per l’isola.

Antonello da Messina protagonista alla stazione ferroviaria di Milano a Porta Garibaldi. Due grossi cartelli riproducono due famose opere di Antonello da Messina – forse le più celebrate – solitamente esposte in Sicilia.

Sono i cartelli pubblicitari relativi alla mostra in corso nello stesso capoluogo lombardo – per l’esattezza al Palazzo Reale – fino al 2 giugno.

Molto pubblicizzata, quindi la presenza delle opere del grande Antonello…. Chi non conosce, del resto, l’Annunciata di Palazzo Abatellis a Palermo e il Ritratto d’Ignoto della Fondazione Mandralisca di Cefalù.

Chi è Antonello da Messina nella storia dell’arte…

Antonello non è solo un grande maestro del disegno e dei colori, ma – come tutti i grandi – un innovatore che percorre una propria strada, aprendo le porte ai grandi ritrattisti che seguirono, fra cui lo stesso Leonardo.

Il maestro messinese predilige i soggetti sacri, a conferma di una sua profonda religiosità. Tuttavia, vi si dedica con una libertà d’ispirazione e di modi pari a quella che usa nell’impareggiabile “Ritratto d’Ignoto”, patrimonio del museo Mandralisca di Cefalù.

Il magico volto dell’Annunciata. Il dipinto, noto anche come “Madonna di Antonello” è di una bellezza impalpabile ed è stato infinite volte preso ad esempio ed anche copiato come è avvenuto per La Gioconda.

All’inizio dell’anno sono state riunite a Palermo, nella galleria di Palazzo Abatellis, che già ospita l’Annunciata, altre celebri opere di Antonello, in un inedito percorso espositivo costruito da Giovanni Carlo Federico Villa, già curatore della celebre mostra-evento del 2006 alle Scuderie del Quirinale.

Antonello nel ritratto giovanile. Un altro lo ritrae in età più avanzata.
Antonello nel suo autoritratto giovanile. Un altro lo ritrae in età più avanzata.

A Palermo, in quell’occasione, sono arrivate dall’Italia e dall’estero, tavole che raramente si ha la possibilità di vedere riunite in un unico sito, e in dialogo tra loro. In questa grande mostra sono state esposte quasi la metà delle opere ancora esistenti giunte anche avventurosamente a Palermo…

Giunse, ad esempio la Crocifissione, parte della collezione del barone Samuel von Brukenthal a Hermannstadt. L’opera esposta in Romania è molto particolare perché rappresenta un Golgota immaginario con alle spalle, lo Stretto di Messina, la terra di provenienza dell’artista ed è l’unica in cui, sullo sfondo, si intravedono anche le Isole Eolie (nella foto qui in basso, il particolare della tavola ndr).

Agli Uffizi è esposta l’importantissimo trittico con la Madonna con Bambino, il San Giovanni Battista acquistati dall’allora Ministro dei Beni Culturali Antonio Paolucci nel 1996 e il San Benedetto di straordinaria qualità pittorica che la Regione Lombardia ha acquistato tramite Finarte nel 1995. Il trittico è stato ricomposto definitivamente di recente per essere esposto stabilmente agli Uffizi.

E ancora, fra le tante opere, si può citare  la “Pietà” del Museo Correr di Venezia, il Polittico di San Gregorio, commissionato dalla badessa del Monastero di Santa Maria extra moenia a Messina ad Antonello nel 1473. Distrutto il monastero, smembrato il polittico, recuperato poi dal pittore messinese Letterio Subba nel 1842.

Infine citiamo una nota “Madonna con il Bambino” della Carrara di Bergamo, firmata da Jacobello, il figlio di Antonello, anche lui pittore. Si ritiene aiutato in certe opere dalla mano del padre.

La mostra di Palazzo reale a Milano nasce con l’intento di indagare l’arte di Antonello da Messina con uno sguardo analitico, preciso, capace di mettere a fuoco ogni singolo tratto della sua tecnica senza eguali. Per questo motivo, accanto alle opere di Antonello, saranno esposti i taccuini di Giovan Battista Cavalcaselle, critico che per primo ricostruì il catalogo dell’artista siciliano. 

Germano Scargiali

Si ringrazia Enzo Cesare – giornalista di Cefalù – per la foto grande e la segnalazione.

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