Ayn Rand scrittrice russo americana liberale per esperienza e vocazione

Noi vivi edizione originale

Chi scrive queste righe – col metodo della compilation – lesse casualmente da liceale Noi vivi di Ayn Rand. Avendo avuto il libro casualmente. Si tratta della più nota scrittrice russa, profuga negli Stati Uniti, che allora avevano tutti i crismi – anche nella visione ufficiale del Piano Marshall, coronato anche dal successo al di del reale disegno americano – dei “vincitori buoni” e del “gendarme” nei confronti del …nemico sovietico. Perfettamente “velato” restava l’uso – certamente criminale –  delle atomiche in Giappone…

Anticomunista “sin da bambino”, l’allor giovane lettore si meravigliò scoprendo per caso il contenuto del lungo romanzo: che quella scrittrice, carica di umanità, delineasse con semplicità, ma con altrettanta precisione, il fallimento e il dramma del comunismo reale in Russia… Dovettero passare molti anni, ma meno tempo del previsto, per vederlo implodere, come aveva – però – presagito con chiarezza Luigi Einaudi, presidente della Repubblica Italiana, ma prima ancora, pensatore, scrittore, editore  ed economista della scuola torinese. Quindi, liberale, come chi lo aveva preceduto e chi lo seguì (Forte, Ricossa, Andreatta…)

Ayn Rand. Dai suoi libri più film di successo.
Ayn Rand. Dai suoi libri più film di successo

Ayn Rand, considerata scrittrice americana, benché nata in Russia, ebbe – appunto – l’esperienza diretta della rivoluzione bolscevica e sostenne vivacemente sin dal primo dopoguerra le ragioni del “capitalismo” come forma morale della società e la stessa “ragione” come fonte di gioia nella vita.

Ayn Rand fu una voce fra le più popolari della corrente politica libertaria che aveva avuto – allora – in Friedrich Hayek, Ludwig von Mises e Murray Rothbard i suoi esponenti più risoluti.

_________________________________

Da sempre, del resto il liberalismo è stato il pensiero economico ad annoverare dei vincitori del Premio Nobel in economia: Amartya Sen, Paul Krugman… Di recente gli americani A. Elwy Roth e Lloyd Shapley hanno rivolto la propria attenzione al …mercato. Tutto ciò per quanto si ritenga (o si voglia ritenere) che il grande Keynes sia un paladino dei “limiti del liberismo” avendo teorizzato il comportamento di forme di “!autorità di controllo” e ricercato la certezza dei cittadini “dalla culla alla bara“, come si dice – appunto – in economia… Per questo agli economisti di area liberista si suole opporre quelli di area …keynesiana. Di fatto, però, Keynes resta  un effettivo benemerito del capitalismo, avendo creato una teoria destinata ad eliminarne il “punto debole”: le crisi periodiche.

Paul Krugman, assieme ai maggiori economisti del governo, avvisa: l'Euro è ...una patacca.
Paul Krugman, assieme ai maggiori economisti del governo, avvisa: l‘Euro è …una patacca. Ciò a prescindere dai “difetti” del cambio in Italia(2000 lire).

Il pensiero liberale – liberista in economia risale ad Adamo Smith, fondatore della stessa scienza economica (Economia politica) e, prima ancora a David Hume. Il padre del liberalismo in Gran Bretagna è considerato, comunque John Locke. Negli Stati Uniti, considerati un emblema del liberismo e del liberalismo (risvolto filosofico morale), si cita il presidente Thomas Jefferson. Si giunge, poi, al “recente” neo liberismo di Ronald Reagan e Margareth Tacher. Ma l’espressione neo liberismo è stata gratuitamente assunta, successivamente, in senso spregiativo. In tale significato è, però, assolutamente vaga e priva di senso: che cosa mai vuol indicare realmente nell’ambito della diaspora liberale? Infine, il termine “liberal”, con molta disinvoltura, è stato attribuito alla sinistra americana in modo similare a quello con cui l’aggettivo “progressista” è divenuto appropriazione della sinistra europea ed italiana in particolare… Questo “giocare con le parole” diventa un effettivo barare con i contenuti culturali e un offendere, oltreché ferire, la stessa dignità morale della comunità civile …

Ma è già il cristianesimo ad essere sostanzialmente di spirito liberale: non è un caso che il riferimento bibliografico più utilizzato nel trattato di Locke sia la Bibbia. Lo avevamo notato e scritto più volte dal nostro angolo… Per Gesù, fra l’altro, il boss (padre, datore di lavoro) è il saggio per antonomasia. Ma i testi cristiani, che più chiaramente ne esprimono le basi giusnaturalistiche, sono proprio quelli dei suoi massimi teologi: Agostino d’Ippona nel periodo Patristico, Alberto Magno e Tommaso d’Aquino. Nel periodo successivo, quello della Controriforma, si distinse l’olandese Ugo Grozio… E’ pur vero che gli Apostoli ad un certo punto decidono di mettere insieme tutti i beni di cui individualmente disponevano e di utilizzarli in parti uguali, ma era una decisione delle loro piccola comunità… Né Gesù indica come opportuna la formula comunista degli Esseni…

Si distinguono varie “scuole” liberistiche: austriaca, inglese, danese, italiana… Esse sono più o meno intransigenti o larghe nei riguardi della “previdenza sociale” e dell’assistenza ai portatori di disagio sociale, dei deboli… Tuttavia, l’idea di un “liberal socialismo” o di un “socialismo liberale” è meramente politica. Non ha basi in dottrina economica…

In Italia il liberismo è una nota costante presso l’Università di Torino, ma anche alla Bocconi… Fra i liberisti più accesi Camillo Cavour e, poi, i padri dell’economia italiana: Maffeo Pantaleoni, Vilfredo Pareto, Luigi Einaudi.

Avversarono, invece, il liberismo G. W. Friedrich Hegel e, in Italia, Benedetto Croce… Quest’ultimo, fecondo scrittore, pensatore e moralista, è un “tardo idealista”, parla quando il l’idealismo filosofico è già “decotto”, avendo concluso “il modo di ragionare” della filosofia classica. Croce, nonostante i suoi molti spunti interessanti, è da considerare una sorta di rovina della cultura italiana, per aver condizionato il pensiero del popolo italiano a partire dalla stessa scuola in Italia. Giovanni Gentile, suo epigono, autore della riforma della pubblica istruzione – tuttoggi nello spirito della scuola nazionale – “…aprì, comunque, le finestre della stanza chiusa dell’idealismo filosofico appartenuto a Platone, Hegel e, sostanzialmente, alla rivoluzione francese, per quanto qualcuno vede  in questa anche spunti liberalistici e persino liberistici per altri versi”. Gentile “guardò il mondo attraverso i vetri” e il suo pensiero contenne comunque grandi aperture… Venne, com’è noto, accusato di adesione al fascismo e trucidato senza facoltà di obiezione, né di parola, davanti al cancello di casa sua appena dopo la guerra…

_________________________________________

 

I libri di Ayn Rand vendono tuttora oltre cinquecentomila copie all’anno negli Stati Uniti. L’interesse per la sue idee è cresciuto durante la recente recessione, dopo che i commentatori di destra hanno paragonato le misure economiche “socialiste” di Barack Obama al regime soffocante di La rivolta di Atlante.

I genitori, ebrei non praticanti, della Rand, erano stati espropriati e costretti a rifugiarsi in Crimea dai bolscevichi. Rientrata nella città natale, Alisa studiò pedagogia sociale e arti drammatiche. Espulsa dall’università perché non comunista, fu poi riammessa e si laureò nel 1924. Ottenuto un visto per l’espatrio, nel 1926 si stabilì negli Stati Uniti, dove prese il nome di Ayn Rand e trovò lavoro come sceneggiatrice ad Hollywood. Nel 1929 sposò Frank O’Connor, un caratterista. Nel 1931 divenne cittadina americana. Il suo primo romanzo fu Noi vivi, del 1936, incentrato sulla figura semi-autobiografica di un’eroina della libertà nella Russia postrivoluzionaria. Nel 1938 uscì Antifona, un racconto fantascientifico dove il collettivismo ha trionfato e la parola “io” non è più pronunciata. Il suo pensiero ricorda in qualche modo quello di George Orwell, anche lui acceso anti comunista.

Una figura discussa è l’economista J. Maynard Keynes, pietra miliare dell’economia moderna, attualmente – purtroppo – disatteso, specie nel regime dell’UE. Egli teorizzò i principi dell’economia circolare (quella vera, non quella recente del riutilizzo…), caratterizzandola con la possibilità di una serie di feedback introdotti stabilmente fra la produzione e il consumo, oltre che sul valore del denaro che circola liberamente ma imprescindibilmente attraverso la realtà economica. Il suo pensiero è alla base della attuale consapevolezza, da parte di tutti gli stati moderni di controllare insieme il variare del valore della moneta. Keynes teorizza il metodo necessario ad evitare crisi planetarie come quella del 1929. Ha propiziato sia il trattato di Bretton Woods, sia il mantenimento del Fondo monetario internazionale.

Fondamentale, secondo il liberismo, è il rispetto del libero funzionamento del mercato e della libera concorrenza, ambedue garanzia “generalissima, cioè anche culturale” di crescita e sviluppo. Si prevede un costante procedere inflattivo del valore del denaro, provocato anche dalla immissione costante di una nuova quantità di moneta cartacea di circa il 3% annuo…

Tali principi sono stati messi in dubbio dalla impostazione della politica europea e da riflessi su tutta l’economia mondiale. E’ stata presa molto “sul serio” l’altra teoria keynesiana del rapporto tra debito e Pil…. La realtà ne evidenzia il risultato: è scoppiata una nuova crisi. Ad essa si vuol riparare instaurando la politica del rigore. Maffeo Pantaleoni nei primi decenni del ‘900 aveva affermato che è da imbecilli credere di uscire da una crisi dell’economia instaurando una politica del rigore…

Un altro dato certo è che l’alta Finanza vuole prevaricare l’economia reale e stabilire una “perniciosa” egemonia su di essa per detenerne il controllo…

Il liberismo in economia nasce da una base di liberalismo sul terreno del pensiero e della società. E’ assolutamente contrario al principio opposto dello Statalismo, inteso come intromissione dello stato nell’economia, nella cultura e nelle scelte civili.

Lo Stato, nel liberalismo, deve solo prender atto con le proprie leggi di ciò che il popolo (la società) ritiene giusto e opportuno… Da qui il liberalismo è un’evoluzione della democrazia… Esso ricerca un’ideale realta liberale, liberista e libertaria, che fu teorizzata ed anche sognata da Pericle e Kant, prima che sotto altre forme, sia dalla Rivoluzione francese (pur con grandi limiti errori e incertezze) che dal romanticismo ottocentesco. Il principio base, teorizzato sia da Pericle, sia da Kant è, più o meno questo: nessuno può impedire a chicchessia di pensarla come vuole e fare ciò che vuole, finché non nuoccia al prossimo…

Germano Scargiali

Articoli correlati