Energia: due parole tanto per chiarire

Le pale eoliche sono un assurdo nel paesaggio italiano. Ma osservate come girano vorticosamente ( dal vero “ronzano” anche) quando funzionano “sul serio” come non le avete mai viste: in Sicilia non sono mai in funzione. Girano, lente, in folle. Non si riesce a coordinarle con le centrali e il vento è troppo volubile. Le incriminazioni per truffa fioccano, ma la maggior truffa è a monte…

Di energia ce ne vuole tanta (e…sarebbe meglio “il doppio”). L’energia è tutto (cibo, agricoltura, allevamento acqua…) e si trasforma in tutto. Ne occorrono le migliaia di megawatt delle termoelettriche, delle nucleari, delle geotermiche e di quelle – destinate ad essere poche pochissime che vanno ad idrogeno (ne “esiste” una presso Venezia). L’idrogeno è un elemento (gas) che si può avere anche come prodotto industriale “di scarto”. La centrale, però dev’essere vicina, perché l’idrogeno (etimologicamente “generatore di acqua”, ma è l’elemento dalla struttura atomica più elemenatare – in nucleo e 1 elettrone – per questo il più …instabile) è molto più esplosivo della stessa miscela tonante, aria benziana. Ma, al momento, c’è “poco interesse” a …mandarlo avanti. Vedremo perché. La Centrale di Venezia, costata molti milioni di euro, che doveva servire da esempio per tutto il mondo, è stata chiusa dopo poco tempo per motivi non certo chiari…

Che il tema energia sia trattato mediaticamente a livello di grande “bufala” lo si può dedurre facilmente, anche perché viene focalizzato “l’uso domestico“. L’energia serve oggi soprattutto all’industria, all’agricoltura, ai trasporti. Senza garantire questi, la produzione dei beni necessari (in molte migliaia di tonnellate) ed il trasporto a destinazione illuminare le case e riscaldarle sarebbe inutile… Già, perché la vita si fermerebbe prima… Poi, in ultimo, viene anche l’illuminazione pubblica. Infine, l’uso domestico. Da tutto ciò “non si scappa” e parlare di concetti alla moda, come decrescita felice, ma anche sviluppo compatibile ed economia cicolare è molto relativo (a volte le argomentazioni sono addirittura risibili).

Di energia elettrica ne servono in ogni angolo del mondo migliaia di megawatt prodotti al momento e, “meglio” se in luogo molto “prossimo” a quello in cui avviene il consumo. Trattasi di corrente alternata e non sono disponibili – ad oggi o in tempi brevi – batterie o altri sistemi adatti a conservarla. Il solo espediente usato per immagazzinare l’energia in qualche modo è quello di rispedire di notte acqua in un lago o una chiusa, in altura, al momento in cui le fornaci delle termoelettriche non possono essere spente (possono solo ridurre la produzione) e l’energia, non essendo richiesta, non costa niente. Avviene ogni notte…

Al momento dei cosiddetti “picchi di consumo”, l’acqua viene fatta “precipitare” nuovamente nelle turbine, i campi magnetici rotanti di Galieo Ferraris (italiano come Pacinotti, inventore della Dinamo, mentre i “Ragazzi di via panisperna” a Roma, guidati da E.Fermi, possono considerarsi i veri ideatori del nucleare). Nel mondo prima descritto – o comunque secondo questa logica – funziona l’approvvigionamento in tutto il mondo progredito.

La cosiddette “alternative”, più che una bufala, sono una fesseria… Producono solo poche centinaia di megawatt. E’ una delle “montature del secolo” a cavallo fra il 900 e il 2000… Solo farne un piccolo uso di tipo domestico – non più – può essere una scelta di una certa ragionevolezza… ” E’ solo un modo per fregare l’Enel e, infatti, questa vieta, da sempre ogni spontaneismo).

I pannelli possono essere usati, volendoli “onorare” per mera simpatia, al fine di disporre dell”energia che serve a produrre l’idrogeno. Se le “alternative” vengono tanto propagandate e “spinte”, è soltanto perché consentono grandi approfittamento: la prova continua l’abbiamo con le interminabili incriminazioni, sia nel campi dei pannelli fotovoltaici (il cui smaltimento, dopo soli 25 anni è un problema ecologico di notevole entità) che, soprattutto, in quello delle pale eoliche.

E’ assurdo, anche, sostenere che producano posti di lavoro, perché lavorare inutilmente (girare le pietre al contrario) non produce e nuoce al sistema: si possono trovare altri impieghi per l’opera personale dei disoccupati: “moltiplicare i bisogni” nel campo dell’assistenza ai disabili e agli anziani, nella pratica e diffusione dello sport (esercizio fisico) e nella “industria” del turismo e del tempo libero, oltre che nelle attività (iniziative) artistiche.

Ma c’è un ultimo argomento – assolutamente risibile – che si riporta sul tema: ci si ricorda – finalmente – della piccola e piccolissima impresa e dei lavori autonomi (autoccupazione) e si predicano “le alternative” perché …toglierebbero parte di un settore dalle mani della grande impresa. Purtroppo, non è così: è assolutamente preferibile che i punti di produzione dell’energia  siano ben individuati e controllabili per una serie di motivi, fra cui la sicurezza. Ma, soprattutto, perché il funzionamento della distribuzione dell’energia – affinché non venga mai a mancare, né cali la tensione e perché si evitino i blackout –  è organizzato in modo che lo stesso territorio venga servito in contemporanea da più centrali, “governate” tutte insieme e in continuo contatto tra loro: il guasto (ben frequente) verificatosi in una sola centrale non influisce sull’approvvigionamento pubblico. E’ per questo che “la luce” non manca oggi quasi mai: molto più raramente che nel passato (primi 50 o 60 anni di vita della corrente elettrica pubblica al posto del gas artificiale, cioè del vecchio …gas di città). In tal modo, di black out pericolosi se ne ricorda  solo uno, in America, negli ultimi decenni. Dovuto probabilmente ad un intervento “pirata”, un sabotaggio da parte di anarchici o simili…

Germano Scargiali

1 comment
  1. il fotovoltaico e l’eolico in tutto il sahara potrebbe dare energia a tutta l’Africa e all’Europa mediterranea

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