Troppi oppioidi in Usa: ecco i farmaci che hanno abbassato la speranza di vita oltre Atlantico in Usa

Gli oppioidi (qui in pillole) risaputamente possono uccidere, pur essendo preziosi in determinate circostanze: hanno effetti collaterali e danno assefuazione ed anche la morte. In Usa sono stati somministrati ‘a vanvera ‘ negli anni antecedenti e posteriori al 2000. Nessuno ha pagato per questo.

Mentre si sta scatenando, secondo copione, la distribuzione di milioni di vaccini in tutta quella parte del mondo che dal dopoguerra veniva chiamata Occidente (oggi questo concetto e soprattutto questa realtà storica è agli sgoccioli) c’è da chiedersi a quanto ammonti il business, messo in moto e sostenuto dalla OMS con il supporto, massiccio della solita main stream mediatica e l’adesione di una sorta di ‘catena di Sant’Antonio’ formata da tutti coloro che vi hanno o vi trovano (magari a vanvera) un interesse grande, medio o miserevole.

In testa case farmaceutiche americane come Johnson & Johnson. Ma anche altre europee e persino quella russa che produce lo Sputnik, non più il satellite ma una fiala piena di virus Corona inoffensivi e immunizzanti dall’influenza che essi avrebbero prodotto al momento della confezione.

Ma il virus è mutato? Con la massima probabilità! Tanto più che non può più essere Covid19, ma Covid20, cioè influenza dell’autunno 2020.

Ma indaghiamo chi siano i proprietari della Johnson & Johnson e delle massime case farmaceutiche, che – in pratica – fanno RISAPUTAMENTE parte di un racket mondiale!

Indaghiamo, indaghiamo: Noi lo abbiamo fatto da tempo. Vedete quali siano i nomi: se sono gli stessi che ricorrono nell’alta finanza, nelle banche della dinastia unica formata da JP Morgan Chase & Co, Bank of America, Citigroup, Wells Fargo & Co…

Ma quanto ha già guadagnato la Johnson&Johnson con questi 70 milioni di vaccini?

Poi c’è il discorso della scelta: sappiamo anche che, per fare un acquisto, qualunque esso sia, il diritto pubblico prevede che lo Stato indichi un concorso con almeno tre partecipanti, ma che il prezzo non sia il solo elemento vincolante. Sappiamo che difficilmente c’è un solo concorso del genere – a qualsiasi livello – dove qualche bonifico illecito non voli verso l’off shore bancario, fosse esso anche sulla terraferma, in Lussemburgo o in Liechtenstein.

Come volevasi dimostrare, il Covid-19, tenuto in vita al tempo del Covid-20 per continuare a far paura come prima, alimentato da ‘morti fittizie’ (tutti i decessi avvengono per Covid), quasi assente in Sicilia, assente in Africa, nel terzo mondo, quindi evidentemente costruito ad arte – soprattutto mediaticamente – in questo Occidente ormai a brandelli, è un grande maledetto imbroglio. Al pari di altri, del resto (clima, acqua ed altre amenità).

Perché – frattanto – l’Occidente è a brandelli? Perché si prepara un ritorno in auge del Mediterraneo che è tornato ad essere il ‘crogiuolo’ economico (trasporti intermodali – tratto a mare – grazie a Suez a 2 corsie transitabili dal gigantismo navale) e la supremazia dell’America sarà annientata dalla grande massa di terre emerse formata da Europa, Asia, dallo stesso Sud Africa. Si pensi – lo ripetiamo spesso – che il Kazakistan ha il massimo reddito pro capite del mondo, che l’Europa è ai vertici mondiali per consumi individuali, certamente per qualità della vita.

Tempo i duri per una mezza cartuccia come Jo Biden in mano all’ottusa mentalità dell’élite americana, i potenti della finanza che al momento hanno vinto malignamente la battaglia del Covid, costruendo il primo Cigno Nero.

Già promettono di preparane altri: è questo ciò da cui dobbiamo guardarci!

ORA SENTITE IL FATTO AVVENUTO DI FRESCO (Di cui al titolo)

 Un report torna a far luce su una delle più grandi minacce alla salute pubblica che da anni imperversa negli Usa: la crisi degli oppioidi, che rischia oggi di fare più vittime degli incidenti.

La crisi degli oppioidi negli Usa fa ancora notizia con la pubblicazione del report del National Safety Council relativo ai rischi di morte prevenibili per la popolazione americana.

Dal documento emerge infatti come non solo il rischio di morire per overdose accidentale da oppioidi svetti al quinto posto nella classifica delle morti prevenibili (guidata da malattie cardiovascolari, tumori e malattie respiratorie croniche), ma ha superato per la prima volta quello di rimanere vittima di un incidente automobilistico: 1 su 96 contro 1 su 103 (dati riferiti al 2017). Una crisi che, si legge in una nota diffusa dallo stesso Nsc, sta peggiorando sempre più soprattutto per l’uso illegale del fentanyl. Anche se alla crisi degli oppioidi – una classe vasta di sostanze derivate dall’oppio, naturali, semisintetiche o di sintesi, che agiscono su recettori presenti sulle cellule del sistema nervoso – non contribuiscono solo le droghe illegali ma anche i farmaci da prescrizione. Anzi.

 Come ricorda lo stesso Dipartimento della salute oltreoceano, infatti, il cattivo uso degli oppioidi affonda probabilmente le proprie radici negli anni ‘990.

A quei tempi, rassicurati dalle aziende farmaceutiche che escludevano rischi di dipendenza dagli oppioidi, i medici cominciarono a prescriverne in grandi quantità.

Papaver: principale oppioide naturale. Viene fumato in paesi come la Cina ealtre partyi dell'Asia. Dove è fra le droghe più perniciose
Papaver: principale oppioide naturale. Viene anche ‘fumato’ in foglie in paesi come la Cina ed altre parti dell’Asia. Dove è fra le droghe più perniciose.

La diffusione dell’uso, divenuto abituale, e dell’abuso – di oppioidi da prescrizione e non – negli anni avrebbero presentato il loro conto salato.

Gli oppioidi sono una risorsa importante per la gestione del dolore severo – soprattutto per ridotti periodi di tempo, per esempio in seguito a interventi chirurgici o in caso di tumori o patologie croniche non oncologiche. Ma come tutti i farmaci non sono immuni da rischi, specialmente sul lungo termine.

Oltre agli effetti collaterali di nausea, vomito, depressione, confusione, sonnolenza, l’uso degli oppioidi da prescrizione può indurre la tolleranza ai medicinali, aumentare la sensibilità al dolore e può dare dipendenza fisica

Il rischio è che, per avere lo stesso sollievo dal dolore servano più quantità del farmaco (sono oppioidi da prescrizioni sostanze come morfina, codeina, ossicodone, metadone, tramadolo e fentanyl).

Tutto questo, unitamente al fatto che gli oppioidi non solo alleviano il dolore, ma inducono anche euforia, può aumentare il rischio di dipendenza, con usi prolungati, fuori indicazione. Ad alti dosaggi gli oppioidi causano problemi respiratori e possono portare a morte e il rischio aumenta se nel mix finiscono anche alcolici e sedativi.

E’ proprio all’aumento delle morti per overdose negli anni che si parla di epidemia di oppioidi, uno dei più gravi problemi di salute pubblica dei nostri tempi, come alcuni esperti e lo stesso Trump l’hanno definita.

I Cdc americani (Centers for Disease Control and Prevention) identificano nell’aumento della prescrizione degli oppioidi negli anni Novanta – usati anche per il trattamento di dolori come quelli associati all’osteoartrite o i dolori alla schiena – la prima ondata di morti per overdose da oppioidi.

L’eroina prima e la diffusione di oppioidi sintetici poi, in particolare il fentanyl illegale, avrebbero invece caratterizzato rispettivamente la seconda e la terza ondata dell’epidemia, in tempi più recenti.

In totale dal 1999 al 2017 le morti per overdose da oppioidi, da prescrizione o no, sono state quasi 400 mila. Le stime solo per lo scorso anno oscillano tra le 43 mila e 49 mila morti: in media morire di oppioidi nel 2017 era sei volte più frequente rispetto al 1999. Tra il 2000 e il 2012 è anche aumentato di cinque volte il numero di bambini con sindrome da astinenza neonatale, bimbi nati da mamme che hanno fatto uso di oppioidi durante la gravidanza (misuso), con rischio di basso peso alla nascita e complicanze respiratorie.

Per tutto questo le case farmaceutiche non hanno pagato un dollaro di risarcimento. Ma hanno guadagnato ‘i soliti milioni’.

(Testo raccolto, aggiornato e commentato in redazione – Dati attinti da Wired.it – articolo a firma Anna Lisa Bonfranceschi)

 

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