Palermo muore: La “città vietata” chiude le strade e …i battenti

Pianta della città tratta dal “Ausfuerliche und Grundriehtige Beschreibung des gantzen Italiens oder Welschlandes” opera edita a Francoforte e Lipsia nel 1692.
Una ricostruzione assonometrica della pianta. Sono arrivati gli spagnoli (1513 incoronazione di Carlo V, restarono fino alla pace di Utrecht 1713: si riconoscono i 2 nuovi assi viari Corso V.E e v. Maqueda.
Una ricostruzione assonometrica della pianta cittadina della città “spagnola”. Il Sud è in alto: un’originalità della città, perché, si dice, guarda il mare e si aspetta molto da esso. Sono arrivati gli spagnoli (dal 1513. incoronazione di Carlo V, restarono fino alla pace di Utrecht 1713 e governarono bene): dopo il primo vero “piano regolatore” della storia, si riconoscono i 2 nuovi assi viari Corso V.E e via Maqueda. Fra viceré e governatori,  questo il nome di uno dei più stimati ed attivi. Maqueda Iniziò i lavori anche al Porto, mettendo mano alla grande diga foranea. Prima, verso W – NW, si faceva unico affidamento a Monte Pellegrino (che ripara il golfo dal Maestrale). Criticati da qualcuno per le imposte, i condoni edilizi e …la contemporanea inquisizione (opportuna rivale, però, della giustizia civile d’allora e non sempre peggiore, né più crudele), gli Spagnoli amavano la “modernità” e le belle cose: furono gli artefici di buona parte del “meglio” del centro storico come lo vediamo ancora…

Palermo muore. Lentamente muore… Miriadi di indicazioni per le strade “chiuse” al traffico e simili: è la chiusura del Centro storico, siamo al leit motiv nazionale delle Ztl. Eureka! Anche Palermo si allinea alla logica del generico… Già, Palermo come Milano. Ma Palermo è una città di mare, cioè di brezza (termica) giornaliera, Milano ha clima continentale, dove “la cappa di piombo”, cioè l’assoluta mancanza di vento, è frequente. Le “colonnine” decretano: inquinamento. Ovvio che siano state mal poste  e mal tarate. Dicono i tecnici che in Sicilia le polveri sottili siano …di sabbia del Sahara…

Non si dice neppure che ad essere stata “chiusa” è la Città Murata. Essa coincide con la parte più preziosa, nobile e amata di Palermo, ma nonostante se ne sia parlato tanto nei …salotti chic, la cultura cittadina non sarebbe all’altezza (colpa, certo, delle istituzioni) di capire al volo quel messaggio semplice…

E dire che la Città Murata (il nominatissimo …centro storico) è un vero vanto: è rappresentata – caso quasi unico al mondo – da una carta topografica stoica con il Sud in alto: guarda il mare come in costante attesa da chi arriva da quell’azzurra distesa… Il sindaco del quarto di secolo (25 anni di sindacatura) ha col porto un rapporto “amo et odi”. Anzi più di odio che d’amore. Non collabora, si oppone, ma in realtà …lo vorrebbe tutto per il Comune. E’ una battaglia persa: opportunamente, infatti, nella Penisola delle Repubbliche marinare i porti Hub e Core (Palermo è tale anche per l’Ue) appartengono all’Italia (Ministero dei Trasporti, sottosegretariato alla Marina) e non ai sindaci, né ai presidenti delle regioni!

Ma la città chiude i battenti e l’amministrazione non solo sta a guardare – magari! – ce la mette tutta, invece, per accelerare la rovina di ogni attività economica e socio civile. Poi sbandiera un titolo di pseudo capitale della cultura. Un paradosso: la cultura c’è solo come patrimonio privato dei pochi.

Le strade, spesso inondate da immondizia ed erbacce, anche nei cosiddetti “quartieri alti” come le vie Valdemone e Liguria (al buio di sera per oltre metà dell’anno), sono tutte contornate da ex negozi le cui saracinesche sembrano chiuse per sempre. Totalmente buie la notte, sono intasate alla base da materiale terroso e, spesso, piccole forme di vegetazione: erbacce… Siamo passati dalla piazza del Borgo vecchio per scendere da via Quintino Sella a Corso Scinà, attraverso una stradina che fa da collegamento: un vecchio “passaggio semi segreto che serve a esorcizzare il traffico intasato dalla chiusura di tante strade e dal blocco “temporaneo”, ma si fa per dire, di altre. Guarda la metà dei negozi: sono chiusi!

La città muore, è la verità, in mano a un sindaco schizofrenico e corrotto. Tutta Palermo sa delle speculazioni nel centro storico… Orlando voleva che glielo dichiarassero Patrimonio Unesco e chiedeva aiuto al Prof. Gianni Puglisi, responsabile nazionale della grande istituzione. Ma sappiamo – in camera caritatis – che lo stesso Puglisi gli rise in faccia. Dall’Unesco piovve il “premio di consolazione” del percorso Arabo normanno bizantino. Bizantino? La parola è saltata dal linguaggio in uso. Palermo cambia anche il nome ai santi: San Francesco Saverio diviene tout court San Saverio. Che ci vuoi fare? “Siamo unici”. Ma il percorso, arabo, normanno o bizantino che sia, non è la stessa cosa… Le case del Centro, dell’avita Città murata, svalutate da una vera persecuzione, abitate da stranieri laceri, acquisite da pochi speculatori a basso prezzo, non balzano per questo alle stelle. C’è chi continua a comprare “nummo uno”, cioè “pe’ na lira”, grazie alla beneamata chiusura. Già, …la moda delle chiusure docet. Anche Porto Palo di Capo Passero (centro storico mt 36) e …Rocca Cannuccia hanno la loro “brava” chiusura. Poco o nulla hanno, ma la chiusura, sì.

Una riproduzione ideale di come si presentava il territorio su cui sorse Palermo "Tutto porto". In uno dei due alvei della cala sfocia uno dei due fiumi storici: Papireto e Kemonia.
Una riproduzione ideale di come si presentava il territorio su cui sorse Palermo “Tutto porto”. In uno dei due alvei della cala sfocia uno dei due fiumi storici: Papireto e Kemonia.

Come Palermo, senza nettezza urbana, né mezzi pubblici, ma neanche strade, né illuminazione notturna adeguata a una vita civile, senza parcheggi al centro, né in periferia, tranne quelli male ubicati e non collegati che pochi usano. Solo zone blu, solo tram inutili al 90%, che a lungo viaggiano vuoti… Diminuendo lo spazio a disposizione di auto, van etc, questi si concentrano nelle strade restanti. E’ un principio geometrico matematico ignoto solo al Sindaco. Frattanto i lavori di nuove opere, cattedrali misteriose per i cittadini, durano anni… Solo tram, dicevamo? Quando mai! Anche contravvenzioni, multe, multe, multe! Palermo sopravvive come un agnello sacrificale già ferito, un toro nell’arena già dissanguato dai picadores. Palermo muore.

Persino l’avvocato Nadia Spallitta, già orlandiana di ferro, è divenuta poi una imprevedibile sua accesa nemica politica, specie in tema di Ztl…

L'ultimo periodo di gloria di Palermo: la belle epoque, il liberty, il Basile, i Florio. Qui il quadro della pittrice M.Bradley sul francobollo del centenario.
L’ultimo periodo di gloria di Palermo: la belle epoque, il liberty, il Basile, i Florio. Qui il quadro della pittrice M. Bradley sul francobollo del centenario.

Ed ecco le opere urgenti, programmate e mai realizzate. Bretella dal porto all’autostrada, già progettata in galleria e realizzabile, con il sì già concesso, da privati per i Tir (e non solo) lieti di pagare il pedaggio ed evitare traffico e strettoie: Leoni, via De Gasperi, Ausonia, Belgio… Pedemontana. Sotto e sovrapassaggi, parcheggi sotterranei e a più piani, come in tutte le città normali. Piazzette e giardini al posto dei palazzi bombardati o abbandonati. Piangere o ridere nella Palermo d’oggi? Questo il dilemma.

Scaramacai

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