Mega porto a Palermo Romagnolo: i numeri che dicono no!

Algesiras veduta del porto containers: è concettualmente simile a quello progettato per Palermo, che sarebbe ben più grande… Ce lo vedete un porto così nel golfo di Palermo. Di solito viene bloccata anche la costruzione di un ristorante o di una “rotonda sul mare”, per non dire di un hotel…

Nel corso di un pericoloso rigurgito di provincialismo, a Palermo qualcuno sogna in modo semiserio la nascita di un porto containers da far concorrenza non dico a Gioa Tauro – che è a un tiro di schioppo -ma a Tangeri, Algeciras messe insieme. Un porto alla Singapore o alla Hong Kong…

Gioia Tauro è in crisi: la burocrazia e il rigore italiani ci rendono poco competitivi rispetto a Malta e Algeri...
Gioia Tauro è in crisi: la burocrazia e il rigore italiani rendono i porti poco competitivi rispetto a Malta, Algeri, Il Pireo, Algesiras… Ma guardate quanti containers: a Palermo il progetto ne prevederebbe molti, ma molti di più…

La incongruità del progetto sta già a monte rispetto ad ogni valutazione dell’impatto ambientale, all’offesa alla storia e alla natura di Palermo e della Conca d’Oro, all’assurdità di far concorrenza ad altri siti della Sicilia ed alla logica dei sistemi portuali…

I numeri che “giustificherebbero” un tale investimento, un tale sforzo produttivo sono irraggiungibili già per motivi di mercato. Né Palermo possiede l’esperienza specifica e su vasta scala per competere con la concorrenza in Mediterraneo che è già fortissima, a partire da Augusta… I container andrebbero “lavorati” in parte nella stessa Palermo: dove sono le industrie preparate all’uopo. Tutte da creare… Una enorme quantità di container chiederebbe di esser trasportato via terra con il sistema oggi fondamentale della “intermodalità”: andrebbero caricati su treno e gommato: dove sono l’autostrada e la line ferroviaria?

In un anno transiterebbero – nelle previsioni – dal nuovo porto a Romagnolo 8oo mila navi fra porta containers e ro-ro (che sbarcano i Tir) per un totale di 16 milioni di TEU (unità equivalente a 20 piedi, cioè il container). Un porto di tali dimensioni movimenterebbe 320 miliardi di euro l’anno. Per avere un’idea la cifra equivarrebbe al 10% del Pil nazionale, cioè quasi quanto l’intero comparto turistico dalle Alpi a Lampedusa… Se 16 milioni di Teu dovrebbero passare da Palermo, si pensi che tutta l’italia (incluse Trieste,Livorno etc) ne movimenta oggi 18mila. Il nuovo porto dovrebbe essere in grado di raddoppiare – quasi – il lavoro dell’Italia intera…

Certo, se fosse possibile, risolverebbe ogni problema di occupazione nell’area metropolitana di Palermo. Tutta la città vivrebbe col porto come l’Antico Egitto faceva col Nilo…

Vari ostacoli si frappongono, a partire dalla concorrenza nello stesso Mediterraneo. Ma andiamo avanti…

Per rendere funzionante il tutto occorre creare u’ara artificiale sul mare del golfo di ben 200 ettari. Più altri 100 ettari, da “togliere” al terreno agricolo, occorrerebbero per ospitare le industrie destinate alla lavorazione immediata i parte delle merci scaricate in loco…

Il miraggio delle Zes (Zoe economiche speciali o free zones) non deve far perdere la testa.
Il miraggio delle Zes (Zone economiche speciali o free zones) e relativi finanziamenti UE non deve far perdere la testa.

L’idea è balenata all’Eurispes – un’organizzazione nazionale – con la mira di attirare a Palermo una delle sospirate ZES: Zone economiche speciali, uno strumento di sviluppo sperimentato in altre parti del mondo adesso in fase di lancio anche in Italia, dove la P.A. giunge sempre in ritardo… Forze è il caso di dire che tale sigla è di casa oggi ad Augusta, il porto naturale più grande dell’intera Europa e con il maggior tonnellaggio in Italia (gasiere, petroliere, ma da un po’ anche porta containers).

Se Augusta “grida vendetta” perché non è sostenuta a sufficienza, pur avendo tutte la carte in regola per divenire “la porta d’Europa”, nella Sicilia Tirrenica, la vocazione industriale (area già destinata e poco fruttata), la predisposizione dei luoghi e la presenza della bretella autostradale porterebbe il maggior porto containers a Termini Imerese, che già dipende dall’Autorità di sistema di Palermo, dove si trova la governance che deve coordinare anche Trapani e porto Empedocle… Fermo restando che le autostrade dovrebbero essere portate presto a 3 corsie e che si dovrebbe realizzare al più presto il  Ponte sullo Stretto: niente hai detto… Lo vuole l’Europa, lo vuole il mondo, a meno che non fossero i siciliani a non volerlo. Temendo magari la reale “continuità territoriale” con l’Italia…

Palermo ha, insomma, di che scegliere per non rendere ancora più asfittica un’area cittadina destinata al turismo e alla vivibilità per gli stessi suoi abitanti…

Perché,dunque, non Termini (?), che adeguerebbe i propri fondali (portandoli ai 16 mt naturali di Augusta) non meno di Romagnolo, spostando i moli d’ormeggio verso l’esterno, lontano, cioè, dalla linea  di costa. Come si vede, trattasi di opere ciclopiche…

Si tenga conto che Vado Ligure (Savona) lavora da 10 anni “tentando” di realizzare un porto containers (i lavori sono …in corso) che è valutabile attorno alla decima parte di quello progettato per Palermo…

Germano Scargiali

Vedi altri ns articoli sul tema. Voci Trasporti e Attualità (La Città).

Nota. Si potrebbe osservare che i finanziamenti finiscano per creare spesso delle storture. Meglio sarebbe creare un ambiente economico sano in cui un fisco equo e meno invadente, una normativa più sana e moderna, una cultura migliore e differente da quella degli ultimi decenni (criminalizzazione dell’utile aziendale o profitto) garantissero che la buona salute delle imprese fosse fisiologica al sistema. Per vari motivi, però, non si lavora in tale ottica…

La demagogia diffusa e l’interesse della politica (e pubblica amministrazione) ad essere la protagonista del mondo economico fanno …il danno. L’UE non è esente da questi mali…

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