Massimo Costa vuol tornare al CONI ma in giunta nazionale dove vuol rappresenare i comitati regionali

Massimo Costa si è già impegnato con spirito innovativo alla guida del Coni regionale. Al centro della sua attenzione gli impianti sportivi e il loro pieno uitilizzo, possibili accordi con le scuole, l’attività giovanile e lo sport come salute pubblica… Tutto avvenne una decina di anni or sono. Poi tentò invano la scalata a sindaco di Palermo, decidendo di dimettersi subito dal Coni non per obbligo di legge, ma per propria correttezza.

Lo sport siciliano lo rimpiangeva da tempo. Massimo Costa, che era stato per alcuni anni presidente regionale Coni aveva messo nella carica entusiasmo ed esperienza. Poi, nell’ormai lontano 2012, si era volontariamente dimesso per tentare la scalata a sindaco di Palermo. Sarebbe stato anche un buon sindaco: anni neri quelli che sono seguiti alla sua sconfitta elettorale…

Sostituito in Sicilia dal noto sindacalista e politico Sergio D’Antoni – che non ha profuso nella carica le medesime energie –Adesso Costa vuole rientrare in Coni – rimasto la sua passione – e si candida alla giunta nazionale…

Avvocato a Palermo, sin da prima della propria esperienza al Coni, l’ex presidente regionale ha lanciato la sua candidatura alla carica di componente della Giunta nazionale del Coni in rappresentanza dei comitati regionali. Perciò ha fatto un ‘giro d’orzzonti ‘ e si è convinto di poter contare su un consenso tale da incoraggiarlo a tornare in scena, cosa che desidera…

Per il suo ritorno sulla scena, a nove anni di distanza dalla chiusura di quella campagna elettorale – non certo fortunata – al teatro Politeama, ha indirizzato una lettera proprio a Sergio D’Antoni, tuttora presidente regionale Coni…

Al noto uomo politico e sindacalista, da poco confermato in carica per il terzo mandato, Massimo Costa chiede anzitutto il sostegno ed anche di rinunziare alla conferma della carica in giunta nazionale in vista delle prossime elezioni del 13 maggio.

Caro presidentescrive Costa in una lettera appena inviata a D’Antonioggi inizia la primavera e non poteva esserci data più suggestiva per questa gioiosa missiva”.

Costa con Vincenzo Pottino (al microfono) e Vincenzo Baglione, organizzatori del Windsurf world festival di Mondello conil club Albaria.
Costa (qui sullo sfondo) con Vincenzo Pottino (al microfono) e Vincenzo Baglione, organizzatori del Windsurf world festival di Mondello con il club Albaria. La manifestazione aveva allora un contenuto sportivo di livello mondiale ed altrettanto richiamo turistico.

“In questi giorni – proegue Costa – ho avuto modo di confrontarmi personalmente, occhi negli occhi, con tutti i protagonisti del mondo sportivo siciliano per condividere insieme a loro un progetto di politica sportiva nazionale totalmente nuovo. Sono sicuro che sarai felice di non dovere occupare contemporaneamente due poltrone onerose come quella di presidente del Coni Sicilia e quella di componente della giunta nazionale. E penso che in fondo sia la scelta più saggia dopo una lunga vita di impegni, incarichi e cariche gravosissime che tanti risultati hanno portato ai lavoratori italiani e all’Italia tutta”.

“Non ho alcun dubbio – continua Costa forse con un pizzico di polemica – che ti farà immenso piacere poterti occupare a tempo pieno della nostra amata Sicilia Sportiva che è al collasso e merita il tuo massimo impegno affinché ogni stilla della tue preziose energie possa, ancora una volta, risollevarla dalle difficoltà in cui versa, senza doverti sobbarcare anche l’onere degli altrettanto impegnativi affari romani”.

“Infine voglio ringraziarti – aggiunge Costa nella lettera – per lo spirito di sacrificio immenso che hai mostrato. Avevamo concordato con il presidente Malagò che avresti fatto il presidente di transizione per un breve periodo e invece eccoti al tuo terzo mandato. E di fonte a così tanto cuore, a così tanto amore, a così tanto attaccamento, non posso che esprimerti la mia, quasi incredula, ammirazione”.

Massimo Costa ha chiesto anche a D’Antoni la convocazione di un consiglio regionale “…al quale gradirei essere invitato per presentare il mio, anzi sono sicuro di poter dire il nostro, progetto” “Penso – conclude Costa – che la cosa che ti farà più piacere in assoluto sarà di sdebitarti con me, impegnandoti lealmente al mio fianco. Ricorderai bene che nel 2014 ho espresso il mio gradimento sulla tua possibile candidatura a presidente del Coni Sicilia e su esplicita, accorata e gentile richiesta del presidente Malagò ti ho consegnato il pieno sostegno dei miei tanti amici sportivi. E so che, uno sportivo come te, i debiti li paga sempre. Con stima e affetto, nel ricordo di Davide contro Golia”.

I progetti di Massimo Costa se tornerà in Coni

“Mi propongo di dare un forte segnale ai giovani di questo paese”.

Costa, che si fece notare per la propria intraprendenza e per alcune idee certamente innovative che non ebbe poi il tempo diportare avanti, parla di “…strategie rivoluzionarie per rispondere alle esigenze straordinarie, dettate dalla pandemia, di un mondo sportivo ormai allo stremo. Occorrono energie, forza ed entusiasmo per affrontare le mille sfide che ci attendono”.

In una seconda lettera, sempre indirizzata a D’Antoni l’ex presidente regionale Coni spiega le motivazioni della propria candidatura…

“Serve – afferma l’avvocato palermitano – ad aprire uno spazio di dibattito pubblico sullo sport italiano e siciliano perché il pensiero unico uccide soprattutto lo sport che vive di leale competizione”.

“E’ una candidatura – prosegue Costa – che, fuori dalle logiche di palazzo, nasce dalla conoscenza e dalla stima di rapporti coltivati negli anni. Adesso tocca all’attuale presidente regionale Sergio D’Antoni scegliere se raccogliere l’opportunità di dare un forte segnale ai giovani di questo Paese e alla mia generazione…”

In effetti, lo stato di sofferenza dello sport siciliano, ma anche di quello italiano è molto grave. In pratica non esiste più un tessuto dilettantistico riservato ai cosiddetti ‘seniores’. Per lo più si assiste a rinunzie alla pratica sportiva alle sogli dei vent’annidi età o ancor prima. Gli stadi, le piste le palestre – nonostante siano poche, carenti di manutenzione e per altri versi insufficienti per una nazione storicamente formata da appassionati sportivi come l’Italia – sono spopolati di ‘veri atleti’, se togliamo quelli del giro azzurro, raccolti in massima parte sotto l’egida delle squadre militari e della nazionale azzurra. Troppo poco.

Il commento somiglia molto al ‘tutto da rifare’ di Gino Bartali. Le parole di Massimo Costa sono sacrosante, ma resta da chiedersi il perché lo sport nazionale sia ridotto così male in arnese.

(Un approfondimento di Germano Scargiali)

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