Mentre si contano i voti parole a caldo

La tormentata terra di Sicilia viene dalle disastrose presidenze Lombardo e Crocetta. Nonostante la condanna (il solo politico a pagare così in tutta Italia) nei corridoi si sussurra che l’ultimo presidente sia stato Cuffaro. Brillante Commissario all’acqua, apriva strade, guardava seriamente al Mediterraneo e prendeva iniziative visibili, utili e concrete.

Mentre Tv di stato e network – tenuti, a differenza della carta stampata, alla par condicio – mettono sotto i piedi anche ogni forma di decenza, parlando quasi esclusivamente di PD, fino a consultare uno per uno i suoi rappresentanti sui “motivi della sconfitta”, nessuno sembra accorgersi che “tale Nello Musumeci da Catania”, accusato, anzi infangato con grande impegno del PD di ave inserito in lista degli impresentabili, è da anni il Presidente dell’Antimafia in Sicilia. A lui manca un sostegno non da nulla in giro per l’Isola, a torto o a ragione indicata perché la mafia l’avrebbe letteralmente inventata. Se non altro è così già nella parola.

Nello Musumeci in una recente immagine .ANSA/MIKE PALAZZOTTO
Nello Musumeci in una recente immagine mentre si scaglia contro la mafia (Foto Mike Palazzotto x Ansa))

Meno aggressiva e stradaiola delle mafie in giro per l’Italia e il mondo, quella siciliana è soprattutto una mafia che si muove benissimo in bilico fra politica e massoneria “cattiva”. C’è soluzione di continuità nell’Isola fra questi tre “poli”, che somigliano ad altrettanto gironi infernali.

Al contrario di quello che si è cercato di dimostrare, il fatto di essere stato presidente dell’antimafia, mette Musumeci in una posizione avversa al giro dei voti in tasca che, per radicata tradizione, è quello che in Sicilia “fa la differenza”. Frattanto, il cattivo Berlusconi è sempre protagonista assoluto, la sua presenza è sempre decisiva, il suo partito in Sicilia comunque compie un plafond: mai tanti voti… Il centro destra unito “funziona”: ha fatto meno di quanto si sperava, ma si muove “in salita”. Il risultato non lo boccia: l’unione F.I. F.d.I. lega e neo Dc deve insistere.

Il PD “non sbaglia, è sbagliato” e deve rassegnarsi. Deve cambiare: solo su tale proposito Renzi ha ragione. Non può illudersi che sia giusta una riedizione delle vecchie politiche… Inoltre il Pd ha messo a segno uno dei suoi maggiori autogol, non il primo: scagliando i suoi dardi contro Musumeci ha favorito l’astensionismo e ciò che più ad esso si avvicina: il voto per i 5Stelle. Un voto definito “dall’esito preoccupante”, come hanno detto degli imprenditori come Mangia (Turismo) un questi minuti, perché impreparati e fortemente polemici… Tutto ci vuole in Sicilia tranne i Bastian contrari… Amano il no: sono anche quelli del no a questo, no a quello, no a quell’altro… Se gli imprenditori, soli artefici di sviluppo e fonte di “veri” posti di lavoro, hanno un peso, teniamone conto!

Non c’era comunque bisogno di questo, quando il PD è guidato in Sicilia da un senatore che usa il congiuntivo alla “Fantozzi – Filini” (basta con la politica dell’io, è ora che parti la politica del noi) e chiama a candidato alla presidenza un personaggio che pur è – o sarebbe –  il Magnifico Rettore dell’Università di Palermo, ma ripete in Tv con perfetta cadenza palermitana questa frase: “Noi ha due giorni che lo diciamo”.

Povera Sicilia, insomma, povera Italia…

Germano Scargiali

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