Niente Ema a Milano: Ma i grillini sono quelli del “no per sì e per no”?

Il Pirellone, già simbolo della Milano industriale, poi sede della Regione Lombardia, resterà ancora con il cartello “Si loca”. Si adattava per configurazione, architettura e posizione geografica ad ospitare l’Ema ed era pronto all’uso immediato: un modo per rilanciare la Lombardia e l’Italia. Ma…

Niente da fare: la decisione finale dell’UE propende per Amsterdam. E’ nella pittoresca città olandese che andrà la sede dell’Ema, che lascia l’Inghilterra in seguito alla berxit…

C’è tanto dietro la notizia e qualcosa resta certamente da capire. Il peggio per l’Italia è che sembra che i deputati “grillini” all’UE abbiano votato contro Milano. Perché l’hanno fatto? Con chi giocano la partita? Chi assecondano? A chi obbediscono?

Già: no alle Olimpiadi di Roma, no allo Stadio nella Capitale, no al Ponte sullo Stretto… Adesso, no all’Ema a Milano, che avrebbe avvantaggiato tutto l’hinterland, rilanciato il capoluogo lombardo, portando occupazione ed affari…

Milano aveva giocato con coraggio le ultime carte dopo “la beffa” del lancio di “una monetina”, che l’aveva vista perdente nei confronti della meno titolata Amsterdam…

“Il Consiglio Europeo si sta difendendo – affermava nei giorni scorsi il sindaco Sala – ma è nel gioco delle parti. Abbiamo verificato e riteniamo sia ricevibile. In ogni caso non è il Consiglio che può giudicare”.

Il ricorso, infatti, è stato presentato al Tribunale dell’Ue di Lussemburgo contro la decisione del Consiglio europeo.

“La difesa del Consiglio – spiegava Francesco Sciaudone, avvocato del Comune e managing partner dello studio Grimaldi, che segue il caso – mal si concilia con le tesi di Commissione e Parlamento europeo, che hanno chiaramente affermato che la scelta della sede (e quindi gli atti ad essa relativi, ndr) rientrano nella competenza esclusiva Ue”.

“La mia battaglia – continuava Sala qualche giorno fa – non è solo per Milano, ma per l’Europa che non può essere presa in giro da un atteggiamento, che non è consistente. I 26 Paesi hanno votato in base all’offerta delle città che si candidavano a ospitare l’Ema ed è grave se si scopre che la cosa per la quale hanno votato non è vera”.

L’Italia si spacca sull’Ema: il M5s per il sì condizionato ad Amsterdam. PD, Forza Italia e Lega contro tutti per Milano. Ma ciascuno con la sua strategia: al Parlamento Ue la delegazione italiana si spacca, dunque, sulla ratifica del passaggio dell’EMA all’Olanda. Da una parte i 5 Stelle e dall’altra Lega, PD e Forza Italia.

Ma quel “no a Milanonon è un “parto” dei deputati grillini. I pentastellati hanno votato in linea con il relatore della proposta di modifica del regolamento sull’Agenzia Ue del farmaco, Giovanni La Via di AP, un testo che concede un sì condizionato ad Amsterdam, ma che guarda anche al futuro, chiedendo che Strasburgo partecipi a tutte le prossime designazioni delle sedi destinate ad ospitare autorità comunitarie.

Il Parlamento Ue conferma Amsterdam. Ma Milano “si rifarà” con la neonata Agenzia del lavoro?

Magari a partire proprio da una ridiscussione della casa della stessa EMA, qualora il governo olandese non dovesse rispettare i tempi di consegna dell’edificio provvisorio e, soprattutto, di quello definitivo, che deve essere operativo per il 15 novembre 2019 e per cui i lavori non sono ancora iniziati. Insomma si tratta di firmare un no all’uovo oggi nella speranza di mangiarsi, poi, una gallina…

Un no deciso è venuto, però, da PD, Forza Italia e Lega. I tre partiti concordi bocciano, infatti, il testo. …Perché non viene citata Milano e perché non viene rigettato il metodo di selezione seguito dai governi.

“Purtroppo oggi – commenta di Patrizia Toia, capodelegazione PD – dobbiamo constatare che la maggioranza dei nostri colleghi eurodeputati, ma non noi eurodeputati PD, ha piegato la testa e ha approvato un testo in cui si punta il dito contro la scorrettezza delle procedure per l’assegnazione dell’Ema e allo stesso tempo non si ha il coraggio di mettere in discussione fin da subito la scelta fatta con queste stesse procedure contestate. E’ il solito timore reverenziale delle istituzioni comunitarie nei confronti dei Governi. Così, a perderci non è solo la città di Milano, ma tutti i cittadini europei che avrebbero diritto ad un’Agenzia dei medicinali che garantisse senza ombra di dubbio la continuità del lavoro dopo la Brexit. Se le regole sono sbagliate anche i risultati a cui hanno portato queste regole vanno rimessi in discussione”.

Secondo Piernicola Pedicini del M5S, invece: “Votare no significava perdere le ultime speranze. Votare no oggi alla relazione sull’Ema del Parlamento europeo avrebbe significato perdere le ultime speranze per Milano, perché si sarebbe lasciata inalterata la decisione già presa a novembre da 27 Stati membri a margine del Consiglio Ue. Insomma il Parlamento non avrebbe più avuto alcun diritto di parola, mentre votando sì c’è ancora una possibilità di porre dei paletti ad Amsterdam, cambiando le cose in sede di trilogo (il negoziato con Commissione e Consiglio Ue, ndr). Si tratta di un negoziato difficile ma nel quale dobbiamo impegnarci a fondo. Il Movimento 5 Stelle – conclude Pedicini – ha provato a cambiare con degli emendamenti la sede, cancellando Amsterdam. Una volta che sono stati bocciati, l’unica opzione rimasta era appunto rimandare la discussione al trilogo. Siamo stati gli unici a provarci, il resto sono chiacchiere e un uso strumentale delle procedure del Parlamento Ue”.

Dov’è la verità? Ci vorrà tempo e pazienza per saperlo. O i grillini sono dei politici del livello di Talleyrand e Metternich, oppure sono quelli “dal no facile”, del “no per sì e per no“…

(Testo raccolto e commentato da Germano Scargiali)

 

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