UE, Stati Uniti e Italia -Quattro Salti nel passato

(Articolo pubblicato sulla rivista locale TestaccioinTesta, un Rione di Roma Centro, del 25 marzo 2017, grosso modo 6 anni e nel frattempo…)

Eh, sì, è stato un ritorno al passato vedere la manifestazione popolare del 25 marzo 2017 traversare l’antica Piazza Testaccio!

Bandiere rosse ancora una volta sventolanti laddove un tempo si ebbero forti contrasti tra gli abitanti di questo piccolo Rione e le forze dell’ordine, sempre per lo stesso motivo, ovvero il distacco dei Governi nei confronti delle esigenze dei cittadini. Questa volta però tutt’altro: una manifestazione ordinata, pacifica, rumorosa quel tanto che basta ma, con un po’ di delusione, ha trovato la gente del posto piuttosto sonnecchiante!

In questi ultimi anni i partiti di sinistra hanno subìto una progressiva lenta metamorfosi per arrivare a qualcosa che non è.

Travolti da un’ondata di liberismo la sinistra storica (ma anche la destra) si è fin troppo distaccata dalle piazze finendo per auto referenziarsi, adeguandosi ai diktat germanici che di sociale proprio non ne hanno ed è questo il motivo base della manifestazione, la voglia di riaccendere gli antichi fervori!

Tale situazione, però, ha prodotto tanta confusione ma soprattutto un’accesa contrarietà all’Unione Europea, alla moneta unica, al modello liberista, al centralismo, e così via.

Oggi non è più tempo di pensare ad una riduzione dell’Europa, semmai prima dell’unificazione geopolitica si sarebbe dovuto passare per una fase federativa, come avrebbe voluto Altiero Spinelli, per dar tempo di adeguare le esigenze dei portoghesi con le usanze dei polacchi distanti più di quattromila chilometri, di idiomi e di ricchezze territoriali ben differenti. Purtroppo, la Germania – auto proclamatasi leader europeo – nella troppa fretta di concludere l’Unione a suo vantaggio, non si è accorta che dopo 60 anni il mondo è cambiato, tantissimo.

Sparita la “Cortina di ferro” si è aperta la strada per le nazioni dell’est per un ritorno all’Europa.

Inoltre è emerso il gigante economico/industriale cinese, la grande India delle caste, le piccole nazioni ex belligeranti del 18° e del 38° parallelo nord, oggi grandi produttori di alte tecnologie.

Ebbene, queste nazioni si contrappongono industrialmente all’occidente, alla UE e la UE ha incautamente fondato il suo sviluppo esclusivamente sull’economia finanziaria, sull’iperliberismo perdendo pian piano gran parte della sua capacità industriale.

Ormai, grazie agli ingenti finanziamenti e al consumo dell’occidente, in oriente si produce di tutto e a prezzi incredibilmente bassi tanto da azzerare gran parte della produzione europea dell’eurosystem.

Una profonda revisione dell’iperliberismo tedesco potrà restituire all’Europa i fasti di un tempo?

Ne dubito!

L’iperliberismo manifesta, ovviamente, un eccesso di fiducia nella politica economica basata principalmente sulla finanza ma sappiamo dagli eventi storici che nel tempo porta a pericolosi disastri (la crisi dei tulipani, la crisi USA del ’29, la Seconda Guerra Mondiale, ecc.). Comunque non è del tutto ripudiabile perché alla base di questa concezione c’è anche la libertà individuale, occorre solo ridare vita alle politiche sociali di un tempo nelle quali è lo Stato il motore di una nazione che non deve dipendere esclusivamente né dagli interessi, né dalle smanie degli investitori.

Purtroppo nell’Italia di oggi si sta facendo esattamente il contrario…

Lorenzo Romano (da Roma)

Articoli correlati