Vini: Salvare l’IRVOS fondamentale alla produzione vinicola isolana

La Sicilia è stata inserita dagli osservatori fra Piemonte e Trentino fra le tre regioni d’Italia il cui vino è più richiesto. Il Lambrusco d’Emilia resta il vino più venduto in Italia. Ciò la dice lunga sulla tenuta delle tradizioni al di là delle mode. Il lambrusco non è solitamente considerato una raffinatezza ma presenta anch’esso una gamma di qualità. Il grosso degli acquirenti non ha,del resto, che una cultura vinicola molto approssimativa. Il consiglio è: informatevi sul serio e poi seguite il vostro gusto. Il vino è un piacere, tale deve restare, ma è meglio bere a ragion veduta: sapendo che cosa si beva. Quanto al successo di un vino, fondamentali il canale di vendita e le azioni di marketing e di pubblicità.

Alla ribalta in Commissione Bilancio ARS i problemi del vino in Sicilia. Se n’è parlato con i vertici dell’Istituto regionale del vino e dell’olio (IRVO) e con i rappresentanti sindacali: tema della giornata le problematiche finanziarie dell’ente.

Riccardo Savona (FI) ha dichiarato: “Vogliamo salvare l’Istituto ma deve tornare a essere efficiente”

Mercoledì 14 novembre 2018, alla presenza dell’Assessore regionale per l’economia Gaetano Armao e dell’Assessore regionale per l’agricoltura, lo sviluppo rurale e la pesca mediterranea Edy Bandiera, sono stati ascoltate le figure apicali dell’Istituto regionale del vino e dell’olio e dei rappresentanti sindacali, in difesa dei 63 dipendenti che a causa delle problematiche finanziarie in cui versa l’Ente, non percepiscono lo stipendio dal mese di Ottobre.

Edy Bandiera.
Edy Bandiera.

 “L’Istituto – ha affermato Edy Bandiera – ha rischiato lo scorso anno di perdere la dicitura DOC Sicilia. Con notevole sforzo e impegno, siamo riusciti a salvare la Certificazione, che ricordo, garantisce un introito di 1,6 milioni di euro l’anno. L’Irvo è importante per quello che rappresenta, specie se accostato al trend del comparto enologico e dell’olio d’oliva, il quale è in continua crescita”.

“Auspichiamo – ha aggiunto Vincenzo Cusumano, presidente Irvos – la risoluzione delle problematiche finanziarie attraverso un piano di rientro triennale, che ci possa permettere di tornare concorrenziali grazie allo sforzo di tutti, in primis dei dipendenti. La Regione avrebbe una duplice convenienza nel mantenere in vita l’Ente, ovvero: quella di avere in casa un sistema di certificazione regionale e soprattutto perché ci guadagnerebbe”.

I rappresentanti sindacali, intervenuti in difesa dei dipendenti, hanno sottolineato che il mancato pagamento degli stipendi, azionerebbe un circolo vizioso che coinvolgerebbe anche i produttori di vino, i quali subirebbero un danno enorme per la mancata certificazione delle loro produzioni.

 “Quello che sta succedendo – ha dichiarato, categorico, Riccardo Savona, presidente della Commissione Bilancio all’Ars – doveva già accadere l’anno scorso. Solo un intervento in Commissione ha permesso che l’Ente oggi sia ancora in vita piuttosto che in liquidazione. Abbiamo deciso di salvare e investire nell’Irvo, con la consapevolezza che i soldi sono pochi e non ci si possa più adagiare sugli allori. All’interno dell’Istituto ci sono 63 dipendenti, di cui 26 sono dirigenti. L’attività al suo interno – ha concluso il Deputato di Forza Italia – dovrebbe essere pari a un orologio svizzero e purtroppo non lo è. Quello che mi preme sottolineare è che lo sforzo per mantenere in vita l’Irvo, deve essere pari alla sua efficienza, perché è da questo presupposto che si gioca il suo futuro”.

L’Istituto regionale Vite e vino divenuta poi “Vino eolio” – per inciso – è  stato considerato nel tempo un caso non usuale di efficienza fra gli enti che operano nell’ambito amministrativo della Regione Siciliana. Cura sia l’ottenimento che l’attribuzione dei marchi tipo doc e igt, che esperimenti tecnici (tipo l’introduzione di colture viticole allogene),controlli di qualità e partecipazione ad eventi, quali il Vinitaly, in Italia e all’estero…

(Da un comunicato ufficiale commentato e impaginato da Germano Scargiali)

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