Dialogo interreligioso? Sicuro! Ma quale? Con chi? E soprattutto come?

Il Cristianesimo è una religione rivelata. E’ soggetta a frequenti persecuzioni, come aveva avvertito lo stesso Gesù. Esse dipendono dalla unicità e dall’indole, dalla natura intrinseca della fede, determinata a convertire il mondo: l’apostolato è un dovere di ogni buon cristiano… non Sono pensabili identificazioni, ma neppure similitudini, con altre religioni. “Non avrai altro Dio oltre che me”: niente dubbi è Quello diffusamente e perfettamente descritto nel Vecchio e Nuovo Testamento.

Ieri sera in un talk show semi notturno abbiamo assistito (Rai 1) alla più lacrimevole rappresentazione di ossequio al “dialogo interreligioso” – con una serie di interventi senza contraddittorio, nel corso del quale all’unica domanda importante posta dal giornalista non è stato risposto – ma tutto perfettamente in linea con quanto potesse piacere a Papa Bergoglio. Certo, piacere al Papa è un dovere storico di ogni cattolico, ma ossequiare soltanto un’idea è un fatto (non rarissimo, purtroppo) che stride con lo spirito e la natura del “confronto” che caratterizza il talk show come “genere” e la natura stessa della conoscenza e della ragione: l’altissimo dono di cui è fatta oggetto l’umanità dopo la nascita. Un’esistenza consapevole, non meramente “di fatto” come  quello che appartine alla “bruta realtà naturale” legata a leggi meramente meccaniche…

Purtroppo, o meglio per fortuna, nonostante il dogma dell’infallibilità, imposto soltanto il 18 luglio del 1970, i cattolici possono dissentire dal papa, né egli può discostarsi – per norma della Chiesa –  dalle fondamentali verità di fede…

______________________________

Richiamiamo un po’ di storia del cattolicesimo. Questo dogma fu definito nel 1870: per proclamarlo fu convocato un Concilio, il Vaticano I, il 18 luglio 1870, poi sospeso il 20 settembre in seguito alla presa di Roma che segnò la fine del potere temporale dei papi, e non venne più concluso: ma il decreto sull’infallibilità del papa era ormai approvato.

Il dogma contrasta con la tendenza “liberale” a lungo presente nella storia della Chiesa Cattolica, per la quale il Papa – per le questioni di fede – avrebbe dovuto rispettare una certa collegialità, cioè in ogni caso consultarsi col Concilio e dare anche “potere” al Sinodo dei Vescovi, come oggi si ritiene più opportuno… I vescovi, fra i quali alcuni sono anche Cardinali, svolgono un ruolo operativo che non è dei di per sé dei cardinali come tali.

Il dogma fu voluto fortemente da papa Pio IX su prevalente ispirazione dei Gesuiti e suscitò – pertanto – vive proteste negli ambienti laici del tempo, ma anche in una parte di quelli religiosi. Benché fortemente avversato dalla curia romana, esisteva infatti un cattolicesimo liberale tanto che una significativa minoranza dei padri del Concilio (prevalentemente francesi e tedeschi) preferì abbandonare Roma per non dare voto contrario al momento dell’approvazione, pur non sottraendosi all’accettazione del medesimo una volta approvato. Invece una piccola parte di vescovi dell’Europa centrale fuoriuscì dalla Chiesa di Roma dando vita allo scisma vetero-cattolico, basato sul rifiuto del dogma dell’infallibilità.

_____________________________

In ogni caso il dogma dell’infallibilità papale (o infallibilità pontificia) afferma che non si possa ritenere che il papa sia in errore quando parla ex cathedra, ossia come dottore o pastore universale della Chiesa (episcopus servus servorum Dei): di conseguenza il dogma vale solo quando Egli esercita il “ministero petrino” proclamando un nuovo dogma o definendo una dottrina in modo definitivo come “rivelata”.

Se si vuole scavare nei Vangeli un fondamento si trova. Gesù stesso diede a Pietro il potere di “legare e sciogliere”, e anche il compito di “pascere i suoi agnelli”. Oltre a ciò, in Lc 22,31-32 Gesù pregò affinché la fede di Pietro non venisse meno, e il motivo di questa indefettibilità nella fede sarebbe da ricercarsi proprio nel ruolo di Pietro, definito come “confermatore dei suoi fratelli”. Secondo la Chiesa cattolica, questa preghiera di Gesù è certamente efficace, quindi essa “garantirebbe” l’infallibilità. Riflettiamo un attimo su quanto la Religione Cattolica rifletta – qui – sulle parole di Dio…

Ma basterebbe notare come Pietro apprezzò e accettò, nel corso di un primo incontro in forma di “concilio”, le parole e i pensieri di Paolo. Questi non aveva parlato con Gesù Cristo, non ne aveva avuto l’investitura, ma ne veniva soltanto “ispirato”.

Il dialogo interreligioso si distingue dal sincretismo interreligioso, in quanto il dialogo si focalizza sulla comprensione tra religioni diverse e sulla tolleranza che ne deriva (rimanendo sulle rispettive posizioni), anziché sulla sintesi di elementi diversi in nuove forme di credenza. Questa è certamente un’assurdità più che un errore. Il sentimento religioso di base è unico sotto quest’aspetto: in tutto il mondo “l’homo religiosus” è il vero uomo, l’altro è un’eccezione alla regola, è un “non homo“.

Tornando al nostro tema, cioè il dialogo interreligioso, ne diamo una buona definizione: trattasi di un dialogo di religioni e si riferisce all’interazione positiva e cooperativa fra gruppi di persone appartenenti a differenti tradizioni religiose, basata sul presupposto che tutte le parti coinvolte, a livello individuale e istituzionale, accettino e operino per la tolleranza e il rispetto reciproco. Il Parlamento delle religioni mondiali, istituito nel 1993, è considerato da alcuni come la nascita formale del dialogo interreligioso.

Tutto bene, dunque? Non proprio, perché dev’esser chiaro che non si esca fuori dai limiti di questa definizione, dai confini, dai fatidici “paletti”…

Diciamo subito come questo “dialogo interreligioso”, di per sé più che auspicabile e opportuno, venga già distinto, culturalmente e teologicamente, dal “sincretismo religioso” in quanto il dialogo si focalizza sulla comprensione tra religioni differenti e e sulla tolleranza che ne deriva (rimanendo sulle rispettive posizioni), mentre il sincretismo si allarga in modo inammissibile sulla sintesi di elementi diversi riscontrabili in più “fedi religiose” in nuove forme di credenza.

A questo punto, però, è chiaro che non più di “fedi” si tratta, ma di una comune e vaga credenza i un qualcosa di superiore che ricorda persino atteggiamenti come il panteismo o il generico riferimento massonico al “grande architetto”. Si assimila la Fede Cristiana – che appartiene a chi crede nella Parola del Messia – a religioni animiste o totemiche, le quali – è pur vero – quasi mai sono “mero feticismo” come si insegnava una volta…

In ogni caso tutto ciò è inammissibile per un cristiano, soprattutto cattolico, così attento ai Vangeli ed a tutto il Vecchio e Nuovo Testamento, di cui ogni storia, ogni parola ha un preciso significato e viene accetta come proveniente d Dio.

E’ Gesù il primo ebreo a parlare con i Samaritani ed a spiegare ed insegnare il concetto basilare di “ecumenismo” ed “ecumenicità” del Cristianesimo: il cristianesimo deve giungere in tutto il mondo, a tutti i popoli, ovunque vi sia una “ecumé”, cioè, dal greco, una casa. Intesa, si ritiene, come famiglia destinata alla procreazione…

Nostra Signora di Guadalupe, apparsa in Messico, venerata in tutto il mondo. Il culto della Madonna è molto sentita dai cattolici. Maria è l'esempio della fede e dell'obbedienza al Signore. Il suo comportamento è anche eroico, come quello di Gesù, nell'affrontare il Calvario "da uomo".
Nostra Signora di Guadalupe, apparsa in Messico, venerata in tutto il mondo. Il culto della Madonna è molto vivo fra i cattolici. Maria è l’esempio della fede e dell’obbedienza al Signore. Il suo comportamento è anche eroico, come quello di Gesù, nell’affrontare il Calvario “da uomo”. come “esclusiva”. Madre per eccellenza, si butta ai piedi della croce senza badare ai rischi…

Dovere primario di ogni cristiano, nel mandato di Gesù Cristo, è quello di provare a …convertire chiunque egli incontri (apostolato). La conseguenza è che quando un cristiano si accosta ad un “non credente” usi nel dialogo una sorta di mala fede. Non può ritenere che la religione dell’altro sia paragonabile alla propria. Perché il cristianesimo è anche “una religione rivelata”, cioè basata sulla parola di Dio e del Figlio di Dio.

Tutto questo è opinabile? Sì, ma solo abbandonando il Cristianesimo. O in questa fede “si crede” o non si crede. Per quanto difficile sia la conquista della piena fede (anche San Francesco pregava per averne di più e più forte). Nostro o non nostro che lo considerino “gli altri”, per noi cristiani Dio è solo uno ed è solo “quello”. Su questo punto il cattolicesimo correttamente inteso è intransigente quanto e più dell’Islam. Il cattolico, però, offre agli altri solo il volto buono. Il cattolico è un pacifista e pronto al dialogo, che tale sia, non più di questo…

Ma c’è di più. Molto di più: è l’aspetto più deteriore dell’intero problema. Oggi in termini di globalizzazione e di mondializzazione, vi è chi coltiva, persino dichiaratamente, l’idea di una “religione unica”. Il chiaro fine è quello di “vendere” a tutto il mondo anche la fede, una nuova fede che faccia parte di un “nuovo ordine mondiale”, talmente “ordinato” che essi possano vendere anche la Religione, assieme ad energia, acqua, cereali ed a quanto altro di più necessario abbia l’umanità.

Un concetto che Bergoglio ha espresso più volte: «Io credo in Dio. Non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico, esiste Dio».
Ogni volta che parla, Bergoglio manda “in bestia” un buon numero di cattolici. Al limite è giunto ad affermare: “Io credo in Dio. Non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico, esiste Dio”. Sembra un discorso da caffè, ma coincide anche con i disegni di chi tenta, a danno dell’umanità, la carta delle mondializzazione (globalizzazione cattiva). Newsweek si è chiesto in copertina se il Papa sia cattolico… E’ già fuori luogo che un papa debba confermare di …credere in Dio.

Di conseguenza, parlare di dialogo interreligioso significa entrare in un sentiero irto di spine e di pericoli. Nessuna persona intelligente può parlare oggi di dialogo interreligioso con leggerezza e superficialità, dando facilmente per scontato che sia – nella comune intima convinzione di ciascuno – cosa buona e giusta.

Un cristiano non può ritenere che la propria fede in Dio sia similare alla generica visione di “forze superiori” o di un “generico eterno” al di sopra della natura. O Dio si configura come quello del Vecchio Testamento, spiegato da Gesù e documentato nel Nuovo Testamento o si esce fuori dal Cristianesimo. Se parla di Dio con un “non cristiano”,il cristiano non può avere altra “voglia” che di convertirlo. Ne ha …il dovere.

Concludiamo con una raccomandazione per noi non nuova: diffidate di chi parla di nuovo ordine mondiale o semplicemente di nuovo ordine. Segante subito in mente di chi si tratti. Purtroppo non sono sempre le persone che sarebbe normale attenderci. Ma anche di persone che non vorremmo lo facessero mai.

Germano Scargiali

 

Nota. Fra i momenti peggiori della vita di oggi ce n’è uno in particolare. Ricorre quando altri vogliono convincerci della bontà dell’opinione corrente o di quella che vuol divenirlo “ad ogni costo”: te la ripete il “giornale unico”, te la ripetono i canali Tv, tranne pochissime “voci”. Non conviene a chi informa discostarsi dal “montare” di queste “opinioni”. Costa fatica: ad un cronista occorre “andare” dal capo redattore o addirittura dal direttore a chiedere: “senti, vorrei scrivere così…” Nel ‘giornalismo – non giornalismo’ di oggi, la risposta di prammatica sarà questa: “senti, abbiamo già tanti guai, ne vuoi cercare altri?”

________________________________

 

1 comment
  1. Il Dio dei cattolici è quello rivelato da Gesù, Dio Unigenito, che è nel seno del Padre, il quale ci aiuta a comprendere la vera natura di Dio. Anche le altre fedi monoteistiche sono orientate alla stessa verità dell’unico Dio. Lo Spirito Santo agisce in tutte, sebbene con maggiore potenza in quella cattolica. I cattolici, pur rispettando le altre e dialogando con esse devono difendere la propria e rimanere fermi in essa.

Comments are closed.

Articoli correlati