Dieta Mediterranea: La storia, il mito, i detrattori …le invidie forse

La rivincita della pasta. Jesse Owens, vincitore di 4 “ori” a Berlino nel 1936 disse: gli italiani sono lenti perché mangiano troppa pasta. Quell’angelo nero che stupisce ancora sui 100, 200 e salto in lungo, qui si sbagliava… Glielo spiegarono poi Berruti e Mennea!

Secondo numerosi osservatori e storici contemporanei l’affermarsi della Dieta Mediterranea, più significativa dal momento in cui l’Unesco (Nairobi, Novembre 2010) la riconobbe Patrimonio immateriale dell’Umanità, coincide con l’inizio del Neo Umanesimo e Neo Rinascimento del Mediterraneo. Il ritorno – mutatis mutandis – di quel fenomeno in cui l’Italia ebbe un ruolo da protagonista che le si riconoscerà in eterno. Il suo fiorire fu intuito a Palermo presso la corte di Federico II, ma esplose a Firenze e viaggiò sulle navi delle 4 Repubbliche marinare, anche se la loro importanza si fa scemare già nel corso del 400. Essa proseguì, per altri versi, fin oltre il momento di maggior fulgore (1400), arricchendo anche le esperienze culinarie italiane, ma ebbe una caduta verticale nel 1500 dopo la Scoperta dell’America e della navigazione oceanica in genere, pur alimentando attivamente con i suoi marinai tali grandi viaggi per mare verso il “Nuovo mondo”. I meriti del Mediterraneo restano indiscutibili, ma – di fatto – nonostante l’innescarsi della successiva rivoluzione industriale, i cui primi germi si intravidero subito, anche grazie alle grandi esplorazioni ed alla politica coloniale, la supremazia – cioè il primato, cosa non da poco – passò irrimediabilmente all’Atlantico ed anche al Pacifico.

Purtuttavia, mentre il Mediterraneo torna a crescere nuovamente e comunque, è oggi divenuta frequente, quasi una moda, la critica che evidenzierebbe i limiti del recente mito della Dieta Mediterranea, che rappresenta tuttora una sorta di sorpresa e una rivincita della originaria …civiltà – un tempo un po’ derisa – della pastasciutta nei confronti di quella della bistecca.

Minestrone: variamente interpretato è una "colonna" della tavola mediterranea...
Minestrone: variamente interpretato è una “colonna” della tavola mediterranea…

In realtà, la Dieta mediterranea è il simbolo, non troppo astratto, di un processo storico, previsto dalla fine del secolo scorso. Esso nasce, per altro verso, dalla morfologia geografica stessa del pianeta, con la “vecchia” massa di terre emerse che corrono dal Far East al Maghreb e salgono fino all’Artide: è noto come questa sia nettamente la maggiore delle “terre emerse”. In tutto esse sono appena il 25%, con tutti i Continenti, nell’intera realtà della superficie terrestre, incluse l’Antartide, la Groenlandia, la Siberia, territori sconfinati e poco abitati, più o meno come i deserti….

Ma la speditezza in fatto di comunicazioni e trasporti attuali, se dà luogo alla globalizzazione, attribuisce ora al Vecchio Continente, Africa inclusa, una consistenza e una massa d’urto che assume una dimensione di assoluto primato. Essa sa di antico ma è anche qualcosa di inedito nella storia: un futuro tutto da scrivere. Perché nel passato, il vecchio continente non aveva avuto rivali di sorta.

Non sarebbe un caso – nel quadro complessivo della geografia politica – che la civiltà antica sia fiorita in quest’area e ciò comporterebbe un ritorno, già iniziato, a tempi storici che possono sembrare remoti, ma non lo sono. Al contrario, rappresentano l’espace d’un matin: la durata d’un mattino. E’ un periodo, circa mezzo millennio, in cui la storia europea non si è neppure fermata, come poteva avvenire con lo spostarsi dell’interesse planetario sugli oceani: l’Europa ha vissuto ugualmente – nonostante una posizione di vassallaggio economico e le sue divisioni politiche – il Rinascimento e la Rivoluzione industriale, facendosene protagonista, specie in fase sperimentale… La frammentazione per stati, regioni e addirittura per valli finisce per giovare alla diffiusione di una cultura variegata e per ciò stesso versatile e poliedrica.

Nelle arti e persino nella gastronomia ha continuato a portare il vessillo di un primato assoluto. Come anche – infine – nella ricerca… Fu la convinzione troppo fredda di questi dati che spinse le monarchie europee, lo stesso Giappone e il nazifascismo – che aveva una fede cieca nella tecnologia, specie come sperimentazione moderna – nella grande e distruttiva esperienza delle due guerre contro la realtà Atlantica: questa, soprattutto in Usa, aveva elaborato nuove scienze e tecniche, come la psicologia sociale, il marketing e la organizzazione della produzione (catena), ancora inesplorate in Europa. Disponeva, inoltre, di materie prime in una quantità che alla Germania e all’Italia erano assolutamente negate, anche perché il Patto atlantico, già operante nella pratica. ne aveva già limitato la disponibilità.

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Timballo di maccheroni: dall'Italia alla cucina internazionale. La sfoglia esterna nella tradizione è in pasta frolla dolce, oggi impropriamente sostituita da pasta sfoglia o brisée.
Timballo di maccheroni: dall’Italia alla cucina internazionale. La sfoglia esterna nella tradizione è in pasta frolla dolce, oggi impropriamente sostituita da pasta sfoglia o brisé. Nella versione povera, in Sicilia, si riveste come un’arancina (pangrattato), ma la pasta diventa: anelletti, penne, ziti, piccoli rigatoni.

Il motivo perché “si ricapovolga la clessidra della storia” come era stata posizionata sin dal secolo (il XVI) in cui – con la scoperta dell’America e le grandi esplorazioni – venne strappato lo scettro economico dal Mediterraneo verso gli oceani, è variegato

Oggi tutta la tecnologia – e con essa l’organizzazione della produzione industriale e il marketing – è patrimonio comune del mondo progredito. Ciò è dovuto anche all’accresciuto spirito collaborativo e alla comunicazioni nel mondo intero: si pensi alle scoperte in campo medico ed alla collaborazione nell’esplorazione dello spazio. “Funziona” a livello sopranazionale la collaborazione della comunità scientifica di tutto il mondo, con comuni intenti che vedono nel caso limite la stazione spaziale, originariamente russa, alimentata da spedizioni di materiali e uomini (sperimentatori) americani e contributi degli stati progrediti, italia inclusa. Ciò dovrebbe limitare i toni pessimistici mediaticamente così frequenti sul futuro dell’umanità: il progresso c’è. I Beatles cantavano “immagine all the people…” Molto si fa già… Ma il gioco economico, gli alti e bassi sono inevitabili e la concorrenza, in regime di mercato, rappresenta la normalità ed è anche dimostrato come, in larga misura, sia anche “salutare”.

L’Europa, e anche l’Asia, non sono seconde all’America e all’Australia in fatto di ricerca scientifica (Università, grandi aziende). I mezzi e i sistemi di trasporto si sono evoluti (intermodalità). E’ stato raddoppiato il Canale di Suez, definito oggi “un’autostrada a 4 corsie”: esso toglie importanza a Gibilterra ed al relativo controllo che, assieme allo Stretto, potesse farne l’Inghilterra, che lo possiede tenacemente.

Si pensi che Venezia, regina della navigazione in Mediterraneo verso i mercati dell’Oriente e dell’Africa fino al 1500, fu la prima a progettare il sogno di operare il taglio dell’Istmo di Suez, al fine di ovviare al sicuro crack che lo spostarsi dei trasporti e relativo asse politico e commerciale verso gli oceani avrebbe certamente e inevitabilmente comportato. Così fu ed è stato finora…

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Pane e panelle: cucina povera (grano condito da ceci), cibo da strada, qualcosa di caldo fra una fame e l'altra, assurto a fama internazionale. La dieta antica non funziona in carenza di movimento e aumentando le quantità...
Pane e panelle: cucina povera (grano condito da ceci), cibo da strada, qualcosa di caldo fra una fame e l’altra. Ecco “dalla fame alla fama” (internazionale). Ma la “dieta” non funziona in carenza di movimento o esagerando le quantità…

La Dieta Mediterranea

L’Unesco – Organizzazione per le Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura – ha riconosciuto nel novembre 2010 la Dieta Mediterranea patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Il Comitato Intergovernativo dell’Unesco, riunitosi a Nairobi, ha inserito infatti la dieta mediterranea nella prestigiosa lista, riconoscendola come un patrimonio di eccellenza mondiale. Il modello alimentare mediterraneo, da sempre rappresentato con la ben nota Piramide alimentare (che non venne creata, comunque, ad hoc), è considerato dagli scienziati il più virtuoso tra gli stili di vita alimentare per il benessere fisico e psichico che garantisce alle persone. Essa si basa su un regime ricco e bilanciato di alimenti. In particolare, questo modello tende a privilegiare alcuni ingredienti: cereali, verdura e frutta, olio d’oliva e legumi, e in misura più ridotta pesce, carni e formaggi.

Fu il fisiologo americano Ancel Keys, tra il 1960 e 1970, dopo aver osservato gli abitanti le popolazioni del Cilento, che aveva conosciuto da tenente medico allo sbarco in Italia nel 1944, evidenziò più in generale che le persone di quest’area erano più longeve rispetto a quelle dei Paesi anglosassoni e del Nord, dove l’alimentazione è più ricca di grassi saturi. Tuttavia, il riconoscimento Unesco vuole indicare anche il valore culturale della Dieta Mediterranea.

Il modello alimentare mediterraneo si fonda sul rispetto dei territori e della biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo come nelle zone della Soria in Spagna, Koroni in Grecia, Cilento in Italia e Chefchaouen in Marocco. Pertanto tale dieta deve essere considerata un sistema di pratiche, rappresentazioni, espressioni, saperi, abitudini e delle culture locali che, nel corso dei secoli, hanno mantenuto lo scambio tra gli ambienti socioculturali, gli aspetti religiosi, mitici intorno all’arte del mangiare. È anche uno stile di vita basato sul senso della convivialità dei pasti e del cibo come occasione di ospitalità e incontro.

Il fritto misto all'italiana un tempo il più famoso nel mondo dopo spaghetti maccheroni e pizza
Il fritto misto all’italiana un tempo il piatto italiano più famoso al mondo dopo spaghetti maccheroni e pizza.  Era in ogni menù, anche nel modo più fantasioso (dove non si conosceva neppure la parola fritto) in giro per il pianeta…

Sicuramente rispetto al passato l’approccio al cibo è cambiato anche a causa di una vita molto più frenetica e stressante. I pasti, in particolare il pranzo, sono diventati intermezzi lavorativi, i pasti più veloci, mentre il momento dell’incontro è slittato alla cena o ancor più di frequente alle occasioni più importanti: occasioni più limitate per stare insieme con tutta la famiglia. In merito, la Convenzione dell’Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale sostiene che bisognerebbe salvaguardare gli elementi e le espressioni del Patrimonio Culturale Immateriale, promuovere la consapevolezza del loro valore in quanto componenti vitali delle culture tradizionali, assicurare che tale valore sia reciprocamente apprezzato dalle diverse comunità, gruppi e individui interessati e incoraggiare le relative attività di cooperazione e sostegno su scala internazionale. Ciò ha riguardato anche la dieta mediterranea che in quanto patrimonio immateriale è da intendersi come “le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi – che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale”.

Inoltre, la dieta mediterranea è stata la prima “pratica alimentare” ad essere iscritta nella lista che ad oggi conta 166 elementi, tra cui anche il tango argentino, il capodanno islamico e la calligrafia cinese. In concomitanza al riconoscimento, è stato inaugurato il Centro internazionale per gli studi e la cultura della Dieta mediterranea a Matera. Si tratta di un organismo che, attraverso un comitato di indirizzo composto da esperti e rappresentanti di enti locali, dovrà dare vita anche a una scuola di alta formazione per insegnare a chef, ristoratori ed esperti di tutto il mondo – ma anche agli appassionati – a preparare i piatti della cucina mediterranea. Un modo per far apprezzare ancor di più la nostra cultura enogastronomica e la nostra biodiversità.

Piramide alimentare. Gli attuali denigratorio della dieta mediterranea soatengono che non fu creata per l'occasione. Tuttavia si è subito adattata alla perfezione.e
Piramide alimentare. Gli attuali denigratori della dieta mediterranea sostengono che non fu creata per l’occasione. Tuttavia si è subito adattata alla perfezione. Infatti, la “piramide” non è un’invenzione italiana né mediterranea. Essa è una simbologia americana del 1992. La dieta mediterranea era stata già teorizzata per la prima volta, senza seguito, dal dottor Lorenzo Pirozzi nel 1911. Chi veramente la valorizzò analiticamente fu solo Ancel Keys (anni ’50).

Non mancano oggi gli “sbandieratori” del “solito pessimismo”: “Keys attribuiva pregi a dei cibi “del posto”, che però oggi non esisterebbero più. Perché noi potessimo valorizzare quei cibi occorrerebbe ricercare, forse, nel …biologico”. Sono le immancabili e puntuali preoccupazioni di coloro che temono i “malefici effetti” del progresso. Essi non capiscono che il progresso crea gli errori ma anche i relativi rimedi… Gli errori sono “le briciole di chi mangia”, mentre i rimedi sono anch’essi un progresso e ratificano il tutto, spostando il confine del meglio e del possibile con nuovi “picchetti” sempre più avanti!

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Nel Cilento, e precisamente a Pioppi, il medico americano, Ancel Keys, sbarcato ad Anzio al seguito delle truppe americane, notò che la popolazione contadina locale si nutriva di pasta, pane, frutta, verdura, moltissimi legumi, ottimo olio extravergine d’oliva, pesce, pochissima carne.

Questa spontanea “dieta”, conseguente ad una condizione economica non particolarmente brillante, aveva una ricaduta positiva ben rilevabile e talke da …fare la differenza: l’incidenza di malattie gastrointestinali e cardiovascolari era molto al di sotto rispetto al valore medio riscontrato nella società americana.

Keys si stabilì a Pioppi, dove studiò per 40 anni le abitudini alimentari locali: finì per codificare, così, con un rigore di carattere scientifico le porzioni della dieta mediterranea:

55-60% di glucidi, di cui l’80% complessi (pane integrale, pasta, riso, mais) e il 20% di zuccheri semplici,

10-15% di proteine,

25-30% di grassi (olio di oliva),

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Pasta con le sarde della tradizione: qui con l’originaria qualità “bucato”, oggi meno in uso, quasi i veri maccheroni (non si sa più che cosa fossero). Meglio 3 sarde a disegno sopra. Esemplificazione ideale della “Dieta“, piatto completo: cereale (grano duro), pesce azzurro, verdura (finocchietti selvatici). Ma “anche” mandorle, pistacchi pinoli tostati. Formaggio, no. Semmai pangrattato tostato (pardon …atturrato).

la frutta e la verdura occupano un posto di rilievo per le vitamine, i minerali, gli antiossidanti e le fibre che forniscono.

Keys è vissuto fino a 104 anni e per tutta la vita ha esplorato il patrimonio alimentare del Sud Italia, scoprendo anche le potenzialità benefiche della cipolla di Tropea, di cui recenti studi hanno dimostrato le proprietà antimicrobiche: i flavonoidi contenuti in essa sono capaci di fare in modo che non si sviluppino vari tipi di batteri.

I flavonoidi sono in grado di mettere in atto un’azione antinfiammatoria, protettrice del cuore e del sistema cardiovascolare ed efficace anche nella prevenzione dei tumori. Il bulbo della cipolla tra l’altro ha un alto livello nutritivo, perché contiene vari sali minerali, come il sodio, il potassio, il silicio etc.

Paradossalmente ecco come la storia – un elemento di cui non si può mai prescindere – non manca di sorprendere. Nulla è vero se non “storicizzato”: è questo il “drammatico” errore del pensiero idealista, che da Platone corre ad Hegel ed ha condizionato la stoia fra l’800 e tutto il scolo scorso.

Un ufficiale americano di chiara origine anglosassone, sbarcato ad Anzio con intento di conquista, fedele alla propria cultura medica, scopre e la lancia il seme che farà germogliare presto – almeno formalmente, ma neppure tanto – il Neo Umanesimo e Rinascimento del Mediterraneo.

Si tenga conto che l’esercito degli Stati Uniti ha sostanzialmente attraversato l’Oceano con “armi e bagagli” due volte al fine unico di bloccare l’Europa che stava fruendo e incrementando l’utilizzo delle ricchissime risorse dell’Africa. Oggi più niente potrà fermare la storia, a dispetto dei tentativi dei destabilizzare l’Africa con guerre e, alimentando l’Isis e simili, come ha fatto maldestramente l’amministrazione / marionetta Obama – Clinton.

L’Europa e l’Asia si apprestano a diventare amiche attraverso le grandi strade in via di costruzione: Lisbona – Pechino e Berlino – Cape Town. Una nota: di questi programmi fa parte la Tav, a lungo contestata soprattutto tramite agitatori sei servizi segreti che finanziano anche i Black-Blok, come altri finanziarono il ’68 negli anni del boom, gli ultimi in cui sarebbe stato opportuno protestare per l’impoverimento dei prestatori d’opera… Stava avvenendo, se mai, l’esatto contrario: via dalla povertà e dai quartieri bassi con i bimbi seminudi a gennaio… Le errate contestazioni, tuttavia, non fermano la Storia, quando questa ritrova al proprio interno i motivi e le forze per intraprendere un cammino verso una direzione…

L’America e soprattutto l’asse massonico, cui giurò fedeltà George Washington (1776) rivolto alla Corona Inglese, per ottenere la libertà dalla Madrepatria, con il conseguente patto d’acciaio (un patto che strettamente massonico – giocato anche fra le 2 borse di N.Y. e Londra – rimane tuttora) non avrà nulla da fare: non fermerà più la Storia! La gestione Obama – Clinton ha perso in Siria la guerra, l’onore e la dignità. D. Trump sta cercando di salvare il salvabile, per sedere accanto a Putin senza vergognarsi. Ma quella battaglia è perduta per sempre. Con essa il confronto alimentare e quello morale con la cultura latina. Ma a questo punto “riconosciamo” che quest’ultimo punto, per quanto nulla sia indipedente dal contesto, vada spiegato in altro articolo…

(Testo raccolto, ricostruito, elaborato e commentato da Germano Scargiali)

Vedi anche nella rubrica gastronomica o cliccando nel motore di ricerca “La vera storia delle pasta con le sarde” con il procedimento seguito da mia nonna Teresa Aliotta nata Cacioppo – una di due bellissime gemelle (l’altra era Celeste) e di 4 sorelle tutte splendide (le altre erano Maria e Letizia) che sposarono uomini molto ricchi. Teresa venne alla luce nella seconda metà degli anni ’80 del 1800. La meno fortunata fu Letizia che si dice abbia avuto una consistente “tresca” con il Rutelli che scolpì i leoni del Teatro Massimo. Lei sarebbe rappresentata in torsione di schiena su quello di sinistra guardando la facciata. Immaginiamo che in quei momenti non mancò di attimi di felicità. Non so altro della sua storia, né alcuno me la racconterà più…

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